Sprazzi di talento che non si addicono al numero che ne stabilisce la posizione in classifica, 134. Andy Murray è abituato a ben altre posizioni in classifica, lui che nel suo prime è stato stabilmente in top 10 e anche numero 1 nell’era dei Fab-3, diventati Fab-4 proprio grazie alla sua intromissione frutto di talento, carattere e grinta. Le stesse armi con le quali è riuscito a battere Alexander Zverev, numero 7 al mondo e 5ª testa di serie dell’ATP di Cincinnati, primo Masters 1000 post Covid. Murray è riuscito a battere il giovane avversario in 3 set, conclusi con il punteggio di 3-6 / 6-3 / 5-7, con l’ultimo set terminato dopo 61 minuti di gioco. Segni di ripresa per il buon ‘Muzza’, comprensibilmente affaticato ma felice. Prosegue invece il 2020 complicato di Zverev protagonista di un brutto scivolone social durante la quarantena auto-imposta e che in campo non sembra riuscire a far scattare quel ‘click’ che gli aprirà le porte dell’Olimpo tennistico.