NBA, Kevin Durant spazza via i dubbi: “la mia stagione è già finita. Coronavirus? Mi ha reso… curioso”

La super star dei Brooklyn Nets ha ammesso come la sua stagione non comincerà, dando appuntamento ai suoi tifosi al prossimo anno

SportFair

La sua stagione non è mai cominciata e, dopo le rivelazioni delle ultime ore, nemmeno riprenderà. Kevin Durant ha tolto gli ultimi dubbi su un suo possibile ritorno in campo alla ripresa della NBA, sottolineando di aver preso la decisione di rinviare il suo rientro al prossimo anno.

Kevin DurantIntervenuto a ‘The Undefeated’, la super star dei Nets ha rivelato: “la mia stagione è finita. Non ho intenzione di giocare. L’abbiamo deciso immediatamente la scorsa estate, quando ho subìto l’infortunio. Penso che per me sia meglio aspettare, non penso di essere pronto per giocare già il prossimo mese con l’intensità necessaria nelle sfide di playoff. Aspettare mi dà più tempo e mi permette di essere più pronto per la prossima stagione e per il resto della mia carriera“.

Emilee Chinn/Getty Images

Assente dal parquet da gara-5 delle Finals NBA tra Warriors e Raptors, Durant ha poi proseguito: “è come se avessi dovuto cancellare tutto il resto e riconcentrarmi soltanto su me stesso, per capire come volevo affrontare questo infortunio. Per la prima volta al centro della riabilitazione ci sono stato soltanto io. Ho sentito che era meglio non far parte della squadra ma prendermi il tempo necessario per concentrarmi ogni giorno solo su me stesso. In passato mi sono caricato di pressioni addizionali per tornare a giocare il prima possibile. Vedevo i miei compagni divertirsi in campo e volevo esserci anch’io. Questa volta sono stato più paziente, soprattutto mentalmente, pensando a cosa fosse meglio nel lungo periodo“.

Al Bello/Getty Images

Durant ha poi parlato della sua positività al Coronavirus: “è stato uno shock, ma poi è subentrata la curiosità: volevo capire cosa significasse essere positivo, come si sarebbe comportato il virus. E più mi sono informato, più mi sono tranquillizzato. Più che altro è subentrata una sorta di curiosità su come affrontarlo. Adesso non vedo l’ora di tornare a giocare, per inseguire insieme ai miei compagni il nostro obiettivo: la sfida che ho davanti mi stimola tantissimo. A Brooklyn c’è tanta energia e la cultura sportiva è davvero profonda, la gente di qui non vede l’ora di avere una squadra da amare. C’è l’entusiasmo degli inizi, il Barclays Center esiste da soli sei anni e noi siamo una delle prima versioni dei Nets da cui la gente si aspetta tantissimo prima ancora di vederci scendere in campo. Queste aspettative mi piacciono, voglio dare il massimo per questa gente, per i nostri tifosi“.

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