Napoli, retroscena di mercato firmato De Laurentiis: “prima di Gattuso chiamai Allegri, ma disse di no”

L'allenatore del Napoli ha parlato dopo la vittoria della Coppa Italia, rivelando un retroscena di mercato su Allegri

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Sono giornate dolci per il Napoli e per Aurelio De Laurentiis, momenti da ricordare grazie alla vittoria della Coppa Italia, ottenuta ai calci di rigore contro la Juventus.

Napoli
Marco Rosi/Getty Images

Un trionfo particolare per il presidente degli azzurri, che ha raccontato le sue sensazioni ai microfoni del Corriere dello Sport: “il trionfo dell’altra sera ha un sapore diverso e speciale. Arriva dopo un periodo dolorosissimo per l’umanità intera, Sud compreso, e rappresenta un passo verso la normalità. Sa di riapertura, pare un sipario che si alza. O meglio ancora, sa di alba: è come se stesse risorgendo il sole. La prima telefonata mi pare di ricordare sia stata quella di Claudio Lotito, doveva essere mezzanotte. Poi ho chiuso il telefono e stranamente ho dormito sino alle nove, io che alle sei sono già sveglio“.

Napoli
Marco Rosi/Getty Images

Il presidente del Napoli poi ha parlato di Gattuso e del loro feeling: “ci siamo già incontrati prima della gara, abbiamo chiacchierato come al solito, non avremo problemi a far convergere le nostre idee. Ci siamo presi subito, ha avuto un effetto immediato su questa squadra che per me è fortissima. Non lo dico da oggi, non sono neanche io a dirlo: è il campo che lo sostiene. L’anti-Juventus siamo stati noi in questi anni, per quel che abbiamo vinto e per quello che abbiamo rischiato di vincere. L’empatia è scattata subito sia tra me e lui che tra lui e i calciatori. Mi riconosco di averci visto giusto e, con modestia, di aver avuto sempre fiuto nella scelta dei tecnici“.

Allegri
Michael Steele/Getty Images

Non è mancato poi un retroscena di mercato: “ho l’abitudine di fare valutazioni ampie e volevo sentire sia Allegri che Gattuso. Chiamai prima Allegri, con cui ho un rapporto diretto e di stima da anni e quando gli telefonai fu onesto e mi disse: Aurelio, sto fermo, ne ho bisogno, non c’è preclusione assoluta, perché avete realizzato un progetto straordinario. E poi noi due ci vogliamo bene. Ma ho deciso di starmene un po’ tranquillo. Chiamai Rino, come da copione, e venne a Roma: e adesso eccoci qua“.

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