E’ passato quasi un anno da quando Sinisa Mihajlovic è venuto a sapere di aver contratto la leucemia, una malattia subdola e tremenda che il serbo ha combattuto con tutte le sue forze.
Oggi il peggio sembra essere passato, ma l’allenatore del Bologna continua nel suo percorso caratterizzato anche dalla sensibilizzazione nei confronti di chi conosce poco questo male. Mihajlovic è il testimonial del progetto ‘Con Sinisa per la ricerca’ presentato dall’AIL di Bologna oggi, in coincidenza con la Giornata Nazionale per la lotta contro le Leucemie, i Lifomi e il Mieloma. In conferenza stampa Miha ha spiegato: “sono felice di essere l’uomo immagine dell’AIL. E’ un riconoscimento importante che riempie il mio cuore di gioia. Ringrazio tutti i medici, gli infermieri e coloro che mi hanno sostenuto. Inoltre un grazie speciale al dottor Tura e il Dottor Cavo”.
Il serbo poi ha spiegato: “quando i dottori mi comunicarono la mia malattia non sapevo molto, gli chiesi se avessi potuto ancora vivere. Loro mi risposero di sì. Grazie alla ricerca che è stata fatta in questi anni e che ha reso curabili malattie che prima non lo erano. La testa è fondamentale in questa lotta. Ricordo quando volevo tornare in panchina. A decidere era il dottor Cavo. Inizialmente forse non era il caso, ma lui sapeva che non andare per me avrebbe significato stare peggio. Ha avuto una comprensione infinita nei miei riguardi. La ricerca è fondamentale così come lo è donare. Non c’è nessuna soddisfazione più grande che donare il midollo per salvare una vita umana. E’ un piccolo sacrificio per chi lo fa, ma è un grande dono per chi lo riceve”.