Scottie Pippen è considerato uno dei migliori calciatori della storia, il secondo violino degli straordinari Chicago Bulls senza il quale, lo stesso Michael Jordan, ha ammesso che non sarebbe riuscito a vincere i tutti quei titoli. Eppure in ‘The Last Dance‘, lo stesso MJ lo definisce ‘egoista‘ per la decisione di non operarsi alla caviglia durante l’estate del 1997, fattore che, unito alle problematiche relative al contratto con la dirigenza, lo tenne fuori nei primi mesi del 1997-98. Jordan ne sottolinea negativamente anche l’emicrania di Gara-7 contro Detroit nel 1990 e il rifiuto di tornare in campo in Gara-3 nel 1994 quando Phil Jackson decise di destinare l’ultimo pallone a Toni Kucoc invece che a lui.
Passaggi che secondo Jackie MacMullan di ESPN hanno ferito Pippen che: “è stato particolarmente silente da quando il documentario ha cominciato la sua messa in onda, e quelli vicini a lui dicono che sia ferito e deluso dal modo in cui è stato rappresentato”. Ai microfoni di ESPN, Dennis Rodman ha preso le difese dell’ex compagno dichiarando: “vorrei che non gliene fregasse niente di quello che dice la gente, come faccio io. Era incredibilmente sottovalutato e sottopagato, ma dovrebbe girare a testa più alta rispetto a Michael Jordan in quel documentario. Ora molta gente capisce cosa ha dovuto affrontare: il ragazzo è un eroe. Per lui è dura quando la gente dice cose negative su di lui, non gli piace proprio. Io gli dico sempre: ‘non hai niente di cui scusarti, sei uno dei migliori di sempre’. Spero che la gente ora possa vederlo“.