Le accuse di razzismo nei confronti di Donald Sterling hanno fatto grande scalpore, al punto che i Los Angeles Clippers di cui era proprietario, passarono addirittura di mano. A rivelare un episodio increscioso, legato alla figura dell’ex patron della franchigia losangelina, è stato Doc Rivers.
L’ex coach ha raccontato di come l’arrivo di JJ Redick stesse per saltare poichè Sterling non voleva giocatori bianchi in squadra: “stava per firmare con Minnesota. Convinsi JJ a non farlo. ‘Vieni a giocare per me, vieni ai Clippers con Chris Paul, DeAndre Jordan, Blake Griffin. Saresti un grande innesto’. L’accordo era cosa fatta, JJ era d’accordo e così tornai a casa. Una volta arrivato, ricevo una chiamata da Andy Roeser (ex dirigente dei Clippers, ndr) che mi dice: ‘l’accordo è saltato. A Donald non piacciono i giocatori bianchi‘. Eravamo già d’accordo. Ricevo chiamate da coach K, poi dall’agente di JJ, infuriato con me. Così decisi di chiamare Donald Sterling. Ero stato assunto da tre settimane, non sapevo se ero già nella posizione di poter avere una discussione con lui”.
Doc Rivers arrivò a minacciare l’addio dicendogli: “‘me ne andrò. Non ti lascerò rovinare la mia reputazione. Non succederà mai’. E lui rispose: ‘oh, credimi, anche io ho una grande reputazione nella lega’. […] ‘Non allenerò un altro singolo giorno se questo accordo non andrà in porto’. Ho riattaccato e ricordo di aver detto a Chris Paul: ‘non credo di avere più un lavoro’. Tre ore dopo ricevo una chiamata da Andy Roeser che mi dice che l’accordo è stato confermato, che a Donald andava bene. Non so perché, ha cambiato idea”.