Nostalgia di Stoner, Suppo racconta: “lo convinsi a venire alla Honda con un quad, ma quel ritiro…”

L'ex team manager della Honda ha raccontato il periodo trascorso insieme a Stoner alla Honda, rivelando alcuni importanti retroscena

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Sono passati esattamente 8 anni dall’annuncio dell’addio alle corse di Casey Stoner, arrivato in un modo che colse di sorpresa anche la Honda.

Mirco Lazzari gp/Getty Images

Momenti indimenticabili per Livio Suppo che, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, ha provato a tirarli fuori: Nakamoto e io quel giorno volavamo in Francia dal Giappone. Ma eravamo informati. Se Casey decide una cosa, quella è. A mio parere annunciò il ritiro troppo presto, da quel momento prese la stagione sottogamba. Rifiutò un rinnovo oltre i 10 milioni, era un’offerta mostruosa e per un ragazzo di 27 anni rispondere di no significa avere la palle, o sei molto matto o molto convinto. E io questo lo apprezzo molto“.

Mirco Lazzari gp/Getty Images

Un addio che ha evitato il dualismo con Marc Marquez:avendo visto Marc da vicino, credo che Casey avrebbe patito molto la sua personalità. Casey ha vinto 2 Mondiali, Marc 6 in 7 stagioni e già questo dice quanto sia completo. Il suo più grande vantaggio è che sa stare calmo anche nelle situazioni più difficili. Dopo Phillip Island 2013, con la bandiera nera per un errore del box, chiunque sarebbe stato furente con la squadra, invece la sera era a cena con tutti, andò a Valencia e vinse il titolo. Casey a Laguna Seca, dopo il duello con Rossi e la successiva caduta, era infuriato, poi a Brno e Misano si buttò giù. Perse il titolo 2008 perché voleva strafare, è stato il suo limite. Fosse stato più tranquillo, avrebbe potuto conquistare almeno altri 2 Mondiali“.

Mirco Lazzari gp/Getty Images

Importante poi la trattativa per strapparlo alla Ducati, Suppo l’ha raccontata così: “consigliai a Nakamoto di spedire in Australia un quad Honda come regalo di Natale. Ai piloti piace sentirsi coccolati, con quello che guadagnano un quad o una moto non valgono nulla, ma il gesto ha il suo peso. A Jerez ci stringemmo la mano, la firma arrivò più tardi“.

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