Rocco Commisso non è un tipo che ama stare con le mani in mano, per questo motivo continua a spingere per la ripartenza della Serie A, senza compromettere però la salute degli addetti ai lavori.
Intervistato dal Corriere dello Sport, il presidente della Fiorentina ha espresso il proprio punto di vista: “mi avevano avvicinato alla Roma ai tempi di Di Benedetto, poi il Milan. Ma non ero pronto. Con la Fiorentina è stato il deal perfetto. Volevo solo l’Italia, sentivo di dover fare qualcosa per il mio Paese. Perché a differenza di Tacopina, Pallotta e Di Benedetto, io in Italia ci sono nato. Il calcio deve ripartire, non si può restare fermi ancora a lungo. Basta che non si comprometta la prossima stagione. L’Italia sta andando incontro ad una forte recessione, ma fondamentale è la salute. E io ho due mani e si possono fare tante cose con due mani: con la destra la salute, con la sinistra il calcio”.
Infine, il numero uno viola ha parlato del futuro di Federico Chiesa: “Chiesa l’ho trattato come un figlio. La sua cessione? Due sono le condizioni per farlo andare via: Federico deve chiedermelo e ad oggi non l’ha fatto. E l’offerta dovrà essere in linea con la valutazione che la società gli attribuisce”.