La quarantena forzata a causa dell’emergenza coronavirus sembra annoiare davvero tutti, anche, e soprattutto, i campioni dello sport, abituati ad intensi allenamenti e ad essere sempre in movimento, in giro per il mondo.
Gli sportivi, però, in un modo o nell’altro stanno cercando di ingegnarsi, intanto per non perdere la loro forma fisica e non farsi trovare impreparati alla ripresa, ma anche per non annoiarsi troppo. Daniel Ricciardo, ad esempio, ha avuto diverse idee: oltre a lanciare diverse challenge davvero bizzare sui social, sfidando i suoi amici sul web, ha annunciato che pubblicherà una volta al mese un diario personale, dove svelerà le sue opinioni sul mondo della F1.
Oggi l’australiano della Renault ha voluto parlare dei sottovalutati delle quattro ruote: “Marcus Ericsson è sempre stato molto veloce lo dimostra la pole a Macao 2009 in F.3. Non sei un autista della domenica se fai una pole là, e in quella qualifica eravamo in 6 poi arrivati in F.1. È sempre stato molto quotato, ma poi quella reputazione non è seguita in F.1, anche se la velocità non gli è mancata. Si è visto anche nel 2018 al primo anno contro Charles Leclerc, che poi si è fatto valere dimostrando di essere un pilota di livello assoluto. Ma la velocità di Ericsson è stata un po’ sottovalutata”.
Nella lista di Ricciardo c’è anche Bianchi, il giovane pilota scomparso a causa di un terribile incidente nel 2015: “Jules non è stato sottovalutato, ma non siamo riusciti a vederlo su un’auto di punta e quindi la gente non ha realmente potuto apprezzare quanto bravo sia stato davvero. Penso alla sua guida, ai punti presi per la Marussia a Monaco nel 2014, Monte Carlo è come Macao, lì non è fortuna. Ci siamo incontrati in Italia a Viareggio a 17 anni e tutti lo trattavano come fosse già un pilota di F.1. L’ho conosciuto e siamo diventati amici, altro aspetto che rende triste questa storia. Oggi Jules sarebbe certamente in un top team e con gare vinte a curriculum. Credo che Leclerc, per certi versi, stia percorrendo quello che sarebbe stato il cammino di Jules”.
“Vitantonio Liuzzi è stato il mio primo compagno in F.1, lo descrivevano come uno dei migliori kartisti di sempre. Era su tutte le riviste australiane di kart, era considerato lo Schumacher del kart. Eppure in Formula 1 non ha ottenuto il successo annunciato. Era veloce, ma per me suo compagno di squadra era come vedere la cosa da un’altra prospettiva. Stava nella fase terminale della carriera in F.1 e ammetto di averlo sottovalutato. Ma la sua velocità pura mi ha sempre colpito. Forse sul ritmo gara non era eccelso, ma la sua capacità di portare la macchina oltre il limite sul giro singolo era notevole. Lo ricordo in qualifica a Budapest nel 2011, quando credevo di essere stato veloce e lui fece anche meglio, pensai “Questo è davvero veloce”. Lo era al 100% come velocità pura”, ha continuato Ricciardo prima di concentrarsi su Mehri: “due piloti Marussia nella mia Top 5! Robert ha fatto solo un anno in F.1, ma nel 2007 ha corso in Italia in F.Renault con me e lo tenevo d’occhio perché eravamo gli esordienti senza il miglior materiale a disposizione. Lo consideravo il mio riferimento, aveva qualcosa di simile a Max Verstappen, quando mette di traverso la macchina e la controlla magnificamente, aveva velocità e nessuna paura. Credo non sia riuscito ad adattarsi alla gestione delle gomme, che avesse uno stile redditizio per quelle macchine della Formula Renault, da guidare sempre in sovrasterzo, sciolte e veloci. Aveva azzeccato lo stile giusto per quelle monoposto, ma non ha saputo fare lo stesso in F.1, con le gomme sempre al limite e più fragili. Quello stile evidentemente non ha pagato”.
Nell’elenco di Ricciardo compaiono anche i nomi di due piloti più ‘recenti’, come Button e Kubica: “Come si può sottovalutare un campione del mondo? Credo che Jenson abbia avuto tante ottime stagioni in F.1, ma nel 2011 in McLaren ha battuto Lewis Hamilton in modo leale e netto, non proprio una cosa semplice come tutti sappiamo, e questo lo mette al primo posto della mia lista. Ha battuto Lewis su una pista vera come Suzuka e il 2011 penso sia stato il suo anno migliore come passo gara. Aveva una capacità di guidare sul velluto unica, è il migliore che abbia mai visto in condizioni di pista ibrida, quella non del tutto asciutta né del tutto bagnata. La sua vittoria in Canada del 2011 è una delle più grandi corse di F.1 di sempre. Menzione d’onore? Direi Robert Kubica, anche se ci ho corso solo l’anno scorso e non era certo il primo Robert, penso che ci sia una generazione di nuovi fan della F.1 che non abbiano visto quanto fosse bravo. Me ne hanno parlato bene Mark Webber e Fernando Alonso che mi ha detto quanto valido fosse Robert, uno che quando ti arrivava negli specchietti iniziavi a pensare “Oh mer… c’è Kubica alle mie spalle”. E un altro da menzionare è Paul Di Resta, uno che è sempre stato sul filo per un contratto con un top team, poi non si è mai concretizzato. Similmente a Jenson era molto calcolatore e preciso al volante, tecnicamente perfetto”.
Infine Ricciardo ha aperto una piccola parentesi, che lascia tantissima curiosità, su un misterioso sopravvalutato: “bene, come dite? Vorreste anche la mia classifica dei piloti più sopravvalutati? Ce n’è uno. Ma ve lo rivelerò solo quando avrò smesso di correre! Saluti, Daniel”.
Howdy.
Hope you’re all staying safe.
I’m gonna do something a little different for 2020 and share a diary. Some inner thoughts on racing, a few on life outside of F1, some lists, a bit of music & other sports.
Here is the first one, I’ll aim to do one a month 🙂
Cheers,
Daniel pic.twitter.com/U9xTGTJKt2— Daniel Ricciardo (@danielricciardo) April 15, 2020