Coronavirus – Il pensiero di Datome: “in Turchia siamo in ritardo, deriso chi metteva la mascherina”

Gigi Datome parla dell'emergenza Coronavirus legata al basket, dal recupero dei campionati al taglio degli stipendi. Il cestista azzurro racconta anche la realtà in Turchia

SportFair

Vorremmo tornare a giocare, ma servono sicurezze per poter pensare solo al basket“. Si è espresso così Gigi Datome, capitano dell’Italbasket e stella del Fenerbahce campione d’Europa, ai microfoni di Rai Radio 1, parlando della situazione Coronavirus legata al mondo dello sport. “Tornare a giocare in estate? Penso che ci dovranno essere delle sicurezze per poter pensare solo alla pallacanestro. – ha aggiunto Datome – Se, supponiamo a luglio, saremo nelle condizioni di poter giocare, di poterci allenare e di viaggiare, se le persone potranno venire a vederci nei palazzetti, allora potremmo riprendere a giocare, e lo vorremmo tutti. Se non ci saranno queste condizioni bisognerà pensare a come affrontare la prossima stagione, perché comunque la vita non sarà più la stessa e neppure lo sport“.

Il cestista azzurro si è detto favorevole al taglio degli stipendi: “non ci stiamo più allenando e non stiamo più giocando, mentre i club hanno perso le entrate dai botteghini e dai diritti tv. Basta aprire gli occhi e vedere che cosa sta succedendo nel mondo per rendersi conto che lo sport non è l’unico settore che sta subendo un danno economico e quindi un taglio agli stipendi è inevitabile“.

In merito alla situazione in Turchia, Datome ha aggiunto: “qui in Turchia, come in altri paesi, siamo un po’ in ritardo, rispetto a quello che è successo in Italia. Sembra un film già visto: all’inizio quelli che giravano con la mascherina venivano quasi presi in giro, sembravano esagerati. Qui non ci sono ancora restrizioni, non c’è lockdown, ma tante persone, vedendo quello che sta succedendo in tutto il mondo, hanno deciso di stare a casa, e chi può evita di andare a lavorare o lavora da casa. Personalmente la vivo stando in casa e cercando di rispettare le regole. Sono costantemente in contatto con quello che succede in Italia e spero che tutto questo finisca al più presto“.

Condividi