Dwight Howard è tornato ai Los Angeles Lakers fra lo scetticismo generale, dimostrandosi invece un’ottima pedina nel roster gialloviola che domina la Western Conference. Howard si è lasciato alle spalle i dissapori del passato, si è riappacificato con Kobe Bryant prima di dovergli tristemente dire addio, ed ha iniziato ad essere decisivo alla causa Lakers non come stella di primo piano, ma come comprimario di lusso.
A proposito delle difficoltà del suo primo stint in maglia Lakers, la proprietaria della franchigia, Jeanie Buss, ha dato la sua versione dei fatti: “capisco perché se n’è andato: avevamo un coach che non valorizzava il suo modo di giocare, non lo aiutò ad inserirsi con successo. Un giocatore, quando diventa free agent, ha tutto il diritto di trasferirsi dove ritiene di essere il più utile possibile. Fortunatamente, non abbiamo mai del tutto chiuso i rapporti“.
Dwight Howard si è espresso così sulla vicenda: “beh, grazie Jeanie per aver preso le mie difese, lo apprezzo. Ma vorrei lasciare indietro ciò che è accaduto nel 2013 e concentrarmi su questa stagione. Siamo la miglior squadra della NBA, abbiamo l’opportunità di vincere il titolo. Perciò non voglio tirare fuori niente dal passato. Non ha funzionato come speravamo. Adoravo coach D’Antoni, il suo modo di giocare, credeva potesse funzionare con noi. Ci abbiamo provato ma non ha funzionato. Adesso invece tutti i pezzi sono al loro posto, abbiamo degli ottimi role-player, altri che sanno segnare, un grande coaching staff. Tutto ciò che serve per vincere“.