Rivelazioni davvero sorprendenti, aneddoti particolari che Carmelo Anthony ha raccontato nel corso di una video chat con Dwyane Wade, due dei componenti del celebre Banana Boat Team insieme a LeBron James e Chris Paul.
Il giocatore dei Blazers si è lasciato andare, rivelando un episodio davvero sorprendente in cui avrebbe potuto perdere la vita: “eravamo alle Bahamas e ci siamo tuffati in mare. C‘era tanta corrente, molto vento, sono rimasto in acqua per godermi le meraviglie della barriera corallina, è stata colpa mia lo ammetto. La corrente mi ha allontanato dalla barca, metto fuori la testa dall’acqua e vedo in lontananza LeBron buttarsi in acqua: sembrava MacGyver! Mi raggiunge, con un braccio mi prende e mi trascina con sé, con l’altro continua a nuotare portandomi in salvo: mi ha salvato la vita, mi ha letteralmente salvato la vita!“.
Per quanto riguarda l’amicizia con Kobe, Carmelo Anthony ha rivelato come è iniziata: “non lo conoscevo, per cui non sapevo come comportarsi con lui: non sai mai se un giocatore ti stringerà o meno la mano, non sai mai se ti parlerà nel corso della partita oppure no… Kobe iniziò col fare un po’ di trash talking: ‘Ti facciamo divertire un po’ ora, ma poi nel quarto quarto le cose cambiano: nel quarto quarto ti marco io’. ‘Cosa stai dicendo? Perché non mi marchi adesso, allora?’, ricordo di avergli risposto. Comunque: la partita va avanti, arriva il quarto quarto. Gli arbitri iniziano a fischiare solo in suo favore, ogni contatto un fallo, mentre lui mi trattiene, mi colpisce, fa di tutto — e nulla, mai un fischio. Da quel momento abbiamo iniziato un duello super intenso, e lui comincia a toccarmi con la mano sul collo, dietro la testa — una delle cose più irrispettose verso un altro giocatore. ‘Calmati ragazzino’, continuava a ripetermi. Io ho pensato: ‘Ora lo ammazzo’“.
La situazione poi è cambiata alla fine del match :”siamo andati avanti così fino alla fine delle partita, quando è venuto da me e mi fa: ‘Ti sei guadagnato il mio rispetto’. ‘Cosa?!? Dobbiamo giocare per il tuo rispetto?!? Questo si crede di essere ‘Il Padrino’… Pensa che dobbiamo baciargli l’anello?’, mi dicevo… Ma Kobe era così: ‘Non ti sei tirato indietro, hai accettato la sfida, lo apprezzo’. Da quel momento ci siamo avvicinati molto, all’inizio parlavamo solo di pallacanestro, poi è diventata una bella amicizia, poi anche le nostre famiglie si sono conosciute e parlavamo davvero di tutto, della vita in generale”.