L’emergenza Coronavirus ha costretto l’Italia intera, e non solo, a rinchiudersi in casa: tutta la popolazione è in quarantena per cercare di marginare questa tragica pandemia che sta affliggendo il mondo intero.
Anche i campioni della MotoGp, in attesa di poter tornare in sella alle loro moto, stanno rispettando le regole, cercando di tenersi comunque in forma per non arrivare impreparati all’esordio stagionale.
“Cosa succederà? È la domanda che mi pongo spesso in questi giorni a casa dei miei a Terni. Ho preferito tornare qui, anche perché una settimana fa papà è stato male: febbre, tosse… In ospedale gli hanno fatto il tampone, per fortuna negativo e ora, mentre scrivo, Danilone è in giardino a tagliare l’erba. Come tutti, anche io so quello che succede informandomi su internet, leggendo i giornali, cercando di scremare le informazioni, provando a evitare le fake news. E cercando di allenarmi come posso: gli ultimi giorni ho preso la mountain bike e sono andato su per le colline da solo. Mi sto organizzando una palestra in casa, moto purtroppo non se ne può fare. Il decreto permette agli atleti professionisti, olimpici e di interesse nazionale di allenarsi, avessi una pista da cross privata potrei girare, anche se non sarebbe il massimo dell’esempio. Ho anche approfittato di questo tempo a riposo per recuperare da vecchi acciacchi: la spalla, la coscia… Però mi manca proprio la MIA moto, non so quando guiderò la Ducati n. 9. Quando la domenica prima del Qatar mi hanno detto che non si sarebbe corso ho provato un senso di vuoto e tristezza. E psicologicamente ho faticato tutta la settimana, poca concentrazione e voglia di far qualcosa. Come uno che si prepara tantissimo per mesi e all’improvviso ti dicono che è tutto uno scherzo. Sono molto preoccupato soprattutto per la situazione al Nord Italia. Enrico Crippa, il mio assistente, abita al centro della zona rossa e lì è tosta. Quando tutto finirà sarà una botta a livello economico, come a impatto civico: sarà peggio dell’11 settembre quando riprenderemo a girare. In questi giorni vedo la gente cantare sui balconi, questo disastro ha fatto trovare un senso di unità che però io vorrei vedere anche tra quei politici che litigano sempre. Ci si dovrebbe ricordare che non siamo di destra o di sinistra, ma italiani. C’è gente che muore, gente che fallirà, è un casino enorme. Come Italia ci siamo presi per primi questa batosta e speriamo di uscirne prima. Ma alcune cose non mi tornano: la Russia non dice cosa succede da lei e intanto litiga con l’Arabia Saudita per il petrolio, ho paura che questa cosa sia usata per fare speculazione. E intanto penso sempre alla moto. Speriamo di tornare per il Mugello“, questo il lungo pensiero di Danilo Petrucci concesso alla ‘rosea’ dalla quarantena.