Coronavirus – Come cambia la vita di un pilota MotoGp? La confessione di Dovizioso: “Ducati, quanto mi manchi”

MotoGp ferma per il Coronavirus, le routine dei piloti, abituati a correre tutto il tempo, sono costrette a rallentare: Andrea Dovizioso spiega com'è cambiata la sua quotidianità

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Abituati a correre tutto il tempo, ma costretti a stare fermi. È questa la quotidianità che vivono i piloti della MotoGp nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus.

Dovizioso
Mirco Lazzari gp/Getty Images

Intervistato ai microfoni di Sky Sport, Andrea Dovizioso ha parlato di come sia cambiata la sua routine dopo lo stop forzato del Covid 19 e la cancellazione della gara in Qatar: “purtroppo non siamo liberi di fare quello che facciamo normalmente, seguire la nostra routine. Siamo tutti particolarmente limitati, però la preparazione atletica non viene condizionata, anche se è cambiato il nostro programma. Avevamo già tutto fissato e pronto per la stagione. Non cambia niente, nel senso che continui comunque ad allenarti. Sapendo di avere davanti almeno un mese, forse anche di più, ti puoi dedicare a certi tipi di allenamento che di solito è difficile fare con continuità perché c’è poco tempo. E quindi puoi concentrarti su alcuni specifici aspetti, rifiniture di preparazione in palestra, che quando devi preparare la gara tralasci. Gira tutto intorno al weekend di gara, quindi la preparazione, le pause, i recuperi sono tutti congestionati in funzione di quello. Non avendo questo ‘limite’ puoi scandire gli allenamenti e concentrarti su certi dettagli, senza preoccuparti di essere a posto per quella data. La differenza è quella, ma la preparazione continua. Fortunatamente da poco più di un anno ho un capannone di fianco a casa mia dove tengo le moto e faccio la preparazione atletica. È la mia palestra privata, e lì passo il tempo ad allenarmi. Per il resto adesso c’è il tempo di fare certi lavoretti di casa che normalmente si rimandano, si mettono a posto le cose in disordine“.

Mirco Lazzari gp/Getty Images

Dovizioso ha poi esternato le proprie sensazioni provate dopo la cancellazione della gara in Qatar: “ci sono due aspetti. Il primo: ero un po’ deluso perché il Qatar è una pista buona per noi, i test erano andati bene, quindi ero fiducioso e non vedevo l’ora di iniziare. Ed era tutto pronto. Il secondo aspetto riguarda noi piloti del Motomondiale: siamo abituati ad avere tutto scandito in un modo preciso. Le date sono quelle, gli orari anche. C’è un’abitudine da anni a certe cose fisse, più che in altri sport. Quindi per noi non avere quei punti fermi, che molto difficilmente variano (come in questo caso) è una botta a livello mentale, perché sei abituato a girare intorno a questi momenti specifici e quindi è un po’ destabilizzante. Sei abituato mentalmente ogni anno a essere pronto per quella data, che si avvicina, e allora fai tutto in maniera perfetta e poi, alla fine… Non parti. La cosa più pesante è il rinvio si è prolungato fino a maggio. Noi, abituati a correre, correre, fare tutto di fretta cercando di evitare impegni per concentrarsi esclusivamente sulla prestazione… Ci siamo ritrovati in una situazione completamente opposta. Ti manca fare delle cose, ed è pesante. Non pensi a riposare, ti viene solo da dire ‘vorrei andare lì, vorrei fare questo, vorrei, vorrei’… Ma questa è la realtà dei fatti e ci si adegua.

Dal punto di vista fisico, della preparazione, non cambia nulla. Tutto dipende da quando partirà la stagione. Perché immagino che dopo il via si partirà a razzo senza pause. Di conseguenza dipende da quando succede, in quale data, dipende da quanto tempo rimane, da quante gare faremo. Più sono compresse e più sarà dura, anche perché soprattutto le tappe extra-europee, i viaggi, il fuso orario, saranno pesanti per tutti. Certo influirà, ma capire chi potrebbe fare meglio o peggio è impossibile. E poi dipende anche da quali gare verranno eventualmente cancellate. Perché ogni pista va a favore di alcuni piloti e alcune moto piuttosto che altri“.

ducatiUn pensiero al calendario con il doppio trittico costituito da Austin-Thermas de Rio Hondo-Valencia dopo Giappone-Australia Malesia: “molto pesante. Ma tutto questo dipende dalla tua velocità. Se è buona, in queste gare consecutive puoi stra-vincere sugli altri. Se non lo è, puoi andare ancora più in crisi rispetto a circostanze normali. Dipende in che situazione ti troverai in quel momento della stagione: tecnicamente, il feeling con il team e con te stesso. Però, sinceramente, in questo momento non lo guardo neanche il calendario. Lo farò quando si deciderà l’inizio del Mondiale MotoGP. Stanno cercando di fare di tutto, giustamente, ma si stanno chiudendo tutte le porte, quindi parlare di calendario, fare dei programmi o pensare a come andrà non serve. Anche con Ducati stiamo aspettando di capire l’evoluzione della situazione, perché quello che è successo in Italia può succedere negli altri Paesi. Non si possono fare previsioni. È inutile mettersi a tavolino a pianificare. Quando ci diranno: ‘Si parte da questa pista, questo giorno’, allora si potranno iniziare a fare dei ragionamenti“.

Chiosa finale su quanto al ‘Dovi’ manchi la sua Ducati: “mi è mancata soprattutto la partenza in Qatar. Dopo 3 giorni di test, dopo aver lavorato su certe cose, hai in testa tutto un tuo programma, delle sensazioni, delle convinzioni, delle idee da mettere in pratica e invece svanisce tutto“.

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