Pirlo è pronto per la panchina: “non vado alla Juve Under 23, ho altre proposte…”

Fabio Cannavaro e Andrea Pirlo hanno avuto una piacevole chiacchierata nella quale si è parlato di passato e futuro

SportFair

Fabio Cannavaro e Andrea Pirlo sono stati protagonisti di una diretta Instagram congiunta, molto usata in questi giorni da atleti e personaggi del mondo dello sport per intrattenere i propri fans durante la noiosa quarantena ai tempi del Coronavirus.

Durante la chiacchierata tra i due campioni del Mondo, sono venute fuori alcune cose interessanti, sopratutto quando si è parlato del futuro di Andrea Pirlo, il quale si appresta a fare l’allenatore. Le aspettative sono enormi per colui il quale ha messo in mostra un talento infinito in campo.  “Consiglio un’esperienza all’estero, si comincia a vedere un calcio diverso”, incalza Cannavaro, il quale chiede a Pirlo lumi sull’ipotesi che possa allenare la Juventus under 23: “No… Guarda che ho un sacco di richieste. A parte gli scherzi ho già lo staff pronto, all’estero magari mi chiamano prima. Ho avuto qualche offerta, ho già parlato con qualcuno ma non voglio sbagliare la prima scelta“. Sul fatto d’avere tante richieste, Pirlo è parso scherzoso il giusto, di certo qualcuno avrà bussato alla sua porta, ma l’ironia torna subito presente: “Il Barcellona mi sta aspettando“.

Cannavaro
Buddhika Weerasinghe/Getty Images

Infine immancabili i ricordi legati alla finale Mondiale del 2006. Pirlo parte con la solita ironia: “Ti ricordi che il giorno della finale facevi le 100 presenze in Nazionale – potevi finire lì e invece hai continuato – e si sentiva solo il tuo cucchiaino nel caffè la mattina. Io ero tranquillo, non ho mai avuto problemi di tensione prima delle partite. Mi sono commosso rivedendo l’addio al calcio di Totti, è stato emozionante“. Prosegue dunque Cannavaro: “Faccio ridere Pirlo? Sotto quella maschera c’è un gran bastardo sempre con la battuta pronta. Ogni volta che rivedo Grosso battere quel rigore in finale, penso sempre ‘Speriamo che non sbagli’, anche perché io sarei stato il sesto!”.

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