Super Bowl LIV- Politica, spot e una pioggia di milioni: cifre e introiti dell’edizione 2020

Battaglia politica, spot milionari e introiti da capogiro: cifre e analisi dell'edizione 2020 con il commento di Stella Romagnoli

SportFair

Quella del 54esimo Super Bowl, ovvero la finale dei campionati statunitensi di football americano, che quest’anno al fischio d’inizio, previsto per le 18.30 ora locale di domenica 2 febbraio – ovvero le 00.30 in Italia – vedrà contrapposte le squadre dei San Francisco 49ers e Kansas City Chiefs, sarà un’edizione ancora una volta da record. E non solo dal lato sportivo.

L’appuntamento per i 70mila fortunati che hanno, a caro prezzo, potuto acquistare il biglietto, si parla – e il riferimento è ai valori dell’edizione precedente – di tariffe variabili tra i 2.800 e 6.000 dollari sino a 75.000 dollari, è all’Hard Rock Stadium di Miami.

STELLA ROMAGONOLIMa a proposito di costo del biglietto ci sarebbe anche chi ha pagato più 450.000 dollari per avere accesso alla suite da 20 posti “che però – ironizza Stella Romagnoli che, come direttore generale di IAA International Advertising Association, la principale associazione di esperti di marketing e comunicazione a livello globale, attiva in 50 paesi tra cui l’Italia, è attenta osservatrice dell’evento soprattutto sul lato del business,– “includono snack e bevande”.

La finale sarà trasmessa in 175 paesi, tra cui l’Italia (DAZN o Canale 20) e si stima sarà vista da oltre 100 milioni di spettatori solo negli USA, mentre almeno altri 50 milioni negli altri paesi collegati. Da record anche i costi degli spot: “Si parla – spiega l’esperta dell’ International Advertising Association – di circa 5-6 milioni di dollari per inserto pubblicitario di 30 secondi. E – continua Romagnoli di IAA – malgrado le cifre enormi i principali brand mondiali hanno fatto a gara per accaparrarseli”.

Ma l’edizione di quest’anno sarà anche particolare perché nell’Arena andrà anche in scena una vera e propria anteprima della sfida la poltrona di presidente degli USA – racconta Stella Romagnoli di International Advertising Association – Tra le fasi di pausa del match Michael Boomberg e Donald Trump si sfideranno a colpi di spot, attesissimi quanto costosi, dacché – sorride la rappresentante dei pubblicitari internazionali – ai due magnati, per quanto ‘influenti’, non è stato accordato alcuno sconto sul listino e per il minuto ciascuno loro concesso la NFL incasserà 20milioni di dollari”.

Ma non è questa l’unica novità che probabilmente farà scorrere fiumi d’inchiostro probabilmente ben maggiori di quelli riservati alla cronaca e commento della partita su media cartacei e online: durante il Super Bowl la NFL, National Football League, irromperà con un proprio spot di 30 secondi, molto crudo, di attacco diretto alla Polizia della Florida un cui agente nel 2015 freddò con un colpo di pistola Corey Jones, cugino del noto ex-giocatore Anquan Boldin.

Un mirabile esempio di come gli eventi socio-politici impattino oggi significativamente anche nelle scelte di comunicazione delle aziende, le quali con più o meno coraggio, scendono in campo e si schierano pro o contro fatti e scelte della politica – spiega Stella Romagnoli di IAA – E’ il fenomeno denominato ‘politicization’ ormai consolidato negli USA e in altri paesi più evoluti del nostro dal punto di vista della pubblicità un dato di fatto. Per meglio spiegarmi è come se un domani Lega A durante Juve-Roma, o altra partita di cartello, prendesse posizione su un ‘caso Cucchi’ .

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