L’ego, la parola ‘Team’ e il rispetto. Shaquille O’Neal ricorda Kobe Bryant: “mi disse motherfucker…”

Shaquille O'Neal ricorda Kobe Bryant nel giorno del suo funerale: gli aneddoti di Shaq strappano una risata in un momento triste, descrivendo alla perfezione pregi e difetti del Mamba

SportFair

Nella serata italiana di ieri, in quel di Los Angeles si è svolto il funerale di Kobe Bryant. Un momento toccante che ha unito la famiglia, gli amici, i colleghi e i fan di tutto il mondo per dare l’ultimo saluto all’indimenticabile ‘Black Mamba’. Fra i tanti, commoventi, discorsi che hanno omaggiato la memoria dell’ex numero 24 dei Lakers, è stato particolarmente apprezzato quello di Shaquille O’Neal. L’ex centro gialloviola ha avuto spesso degli screzi con Kobe Bryant, nonostante i due abbiano dominato i parquet di tutta l’America guadagnandosi il rispetto reciproco.

Shaquille O'Neal
Foto Getty / Kevork Djansezian

Shaq ha raccontato alcuni aneddoti su Kobe Bryant, mostrandone i lati positivi e negativi del suo carattere e strappando anche qualche risata in un momento davvero difficile: “Kobe e io ci siamo spinti l’un l’altro, giocando una pallacanestro incredibile. Sono orgoglioso che nessun altro team, dopo il nostro periodo ai Lakers, non sia riuscito a realizzato quello che abbiamo fatto durante i primi anni 2000, con il Three Peat. Come molti sanno e io lui abbiamo avuto una relazione complicata ai tempi dei Lakers. E sì, a volte, come bambini immaturi, abbiamo litigato. Ci siamo scambiati battutine o insulti a vicenda, spesso con commenti offensivi. Ma in campo, non commettevamo errori, ci facevamo l’occhiolino a vicenda e ci dicevamo ‘Andiamo a prendere tutti a calci in culo’. In verità io e Kobe abbiamo sempre avuto un grande rispetto reciproco.

Kobe Bryant e Gigi Bryant
Foto Getty / Elsa

Il giorno in cui Kobe ha guadagnato il mio rispetto è stato quando io ero con i miei compagni che discutevano del fatto che Kobe non passasse mai il pallone e allora dissi a loro che avrei parlato io con lui. Dissi: ‘Kobe, non c’è nessun I (io) nella parola Team (squadra).’ E lui mi rispose: ‘Lo so, ma c’è una M e una E (Me, io) in quella parola, motherfucker’. Quindi son tornato a parlare agli altri e ho detto: ‘Cerchiamo di prendere i rimbalzi perché credo che non la passerà mai’.

vanessa bryant
Tommaso Boddi/Getty Images

Mamba, sei stato portato via da noi troppo presto. Il tuo prossimo capitolo della vita è solo all’inizio. Infatti è arrivato il tempo per noi di portare avanti la tua eredità. Sappi solo che ti stiamo guardando le spalle, fratellino. Mi occuperò io delle cose quaggiù. Mi impegnerò ad insegnare a Natalia, Bianca e alla bambina Capri tutte le tue mosse e ti prometto che non insegnerò a loro il mio tiro libero. Mi conforta solo il fatto che mentre parliamo, Kobe e Gigi si tengono per mano, camminando verso il campo da basket più vicino. Kobe le mostrerà alcune nuove mosse del Mamba quale è, oggi. E Gigi presto le padroneggerà tutte. Kobe, tu sei l’MVP del paradiso. Ti voglio bene, amico mio. Fino a quando ci incontreremo di nuovo. Riposa in pace, Kobe“.

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