Dalla droga al Chelsea, Ziyech ce l’ha fatta: “dopo la morte del padre ha iniziato a bere, fumare e drogarsi, poi…”

Un amico del calciatore dell'Ajax ha raccontato l'infanzia di Hakim, passata tra alcool e droghe dopo la morte del padre

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La vita adesso gli sorride, ma in passato i momenti complicati non sono affatto mancati. Hakim Ziyech in estate si trasferirà al Chelsea per 40 milioni di euro, annuncio ufficiale già arrivato e addio all’Ajax sempre più imminente, dopo anni di meraviglie e di gol. Se adesso può guardare al futuro con ottimismo, lo stesso non poteva fare all’età di 10 anni, quando la morte del padre ha rischiato di allontanarlo dal pallone.

Ziyech
Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

A rivelarlo è proprio Ziyech ai microfoni del quotidiano De Volskrant: “la malattia l’ha distrutto, mio padre poteva fare sempre meno cose. Non poteva più camminare, mangiare, parlare. In precedenza aveva avuto un infarto. Nella sua vita ha lavorato molto e fumato altrettanto. Era il dicembre 2003, il Natale era passato da poco. Mio padre era a letto in soggiorno, era malato da tempo. Dovevo andare a letto, ma mi sono addormentato sul bordo del letto di fianco a lui. Intorno a mezzanotte mi sono svegliato e sono andato di sopra in camera mia. Poche ore dopo, verso le tre, ho sentito i miei familiari piangere in soggiorno. Sono sceso al piano di sotto e ho visto che mio padre era morto. Avevo dieci anni“.

Ziyech
Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

Una perdita che ha sconvolto Ziyech, perdutosi da quel momento tra alcool e droga: “non sono più andato a scuola, il calcio non contava più niente per me. Ero andato”. A dargli una mano fu Aziz Doufikar, primo calciatore marocchino pro’ nei Paesi Bassi: “dopo la morte del padre, Hakim è andato fuori dai binari. Beveva, fumava e faceva uso di droghe. L’ho aiutato. Sono stato suo allenatore, suo mentore e suo padre. Aveva paura di farsi vedere in campo, l’ho fatto giocare e l’ho visto crescere. Con un po’ di fortuna Hakim ce l’ha fatta”.

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