“Big time players make big time plays in big time games“. Con questo adagio, Santana Moss descriveva l’abilità dei grandi giocatori di fare la differenza nei momenti che contano. Patrick Mahomes ha dimostrato di essere un grande giocatore e di saper fare la differenza nei momenti in cui si nota la differenza fra un buon giocatore ed un campione.
Il giovane quarterback dei Kansas City Chiefs ha vinto il suo primo Super Bowl in carriera nella magica notte di Miami, mettendo in ginocchio i San Francisco 49ers con un touchdown in corsa, non la giocata più comune per un QB, e due touchdown pass per Kelce e Williams che hanno permesso alla franchigia del Missouri di rimontare i 49ers e tornare a vincere 50 anni dopo l’ultima volta.
Era candidato all’MVP alla vigilia, vittoria scontata. Patrick Lavon Mahomes II ha impresso a fuoco il suo nome nella storia NFL. È un quarterback atipico: non disdegna le corse palla in mano grazie al suo atletismo e al suo gioco di gambe, è spregiudicato nei suoi lanci lunghi devastanti, classiche ‘big play‘ ad alto rischio ormai meno efficaci nell’NFL moderna, ma effettuati in maniera intelligente. La tecnica poi è dalla sua. Ha un cannone al posto del braccio, un ‘Pistolero’ con un ‘big arm‘ in grado di farlo lanciare con efficacia tanto in piedi, quanto in situazioni di scarso equilibrio, dote ereditata dal padre, ex pitcher della Major League di Baseball che lo stesso Patrick Mahomes ha sfiorato rifiutando la chiamata dei Detroit Tigers.
La voce, con accento texano e timbro grave, somiglia a quella di Kermit la Rana dei Muppets, la faccia è da bad boy e ci sta benissimo sulla copertina di Madden NFL 2020, videogioco che spesso ha ‘maledetto’ la stagione dell’uomo sulla cover. Non è il suo caso. Patrick Mahomes è il nuovo volto dell’NFL: a 24 anni è il più giovane quarterback a vincere il Super Bowl e con le sue giocate ha davanti una storia tutta da scrivere. Del resto… “Big time players make big time plays in big time games“.