Roma, a tutto Zaniolo: “prima dell’esordio in Champions ero paralizzato. La Nazionale? Non sapete quanto ho pianto”

Il giocatore della Roma ha raccontato i momenti più belli della sua ancor breve carriera, emozionandosi e non poco nel rivelarli

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Si è preso tutto in poco tempo, la Roma e la Nazionale Italiana. Nicolò Zaniolo ha bruciato letteralmente le tappe, diventando un punto fermo della formazione giallorossa e rimanendo ancorato all’orbita azzurra.

Alfredo Falcone/LaPresse

Intervistato da DAZN per il format ‘Piedi x terra’, il giovane esterno offensivo del club capitolino è partito dall’esordio in Champions, avvenuto contro il Real Madrid: “sapevo di giocare quella partita già dalla mattina, sono rimasto tutto il giorno a fissare il soffitto, incredulo. Sembravo paralizzato, ero stato al Bernabeu solo per una gita. Nel sottopassaggio non vedi il campo, vedevo solo accanto a me una muraglia di maglie bianche e gente come Ramos, Bale e Modric“.

Massimo Paolone/LaPresse

Emozione che non è mancata nemmeno all’esordio in Nazionale: “la prima chiamata in Nazionale è stata poi un’altra sorpresa. Ero a cena con degli amici, a mangiare una pizza, vedo il mio nome nelle convocazioni e ho pensato subito a un errore. Poi la notizia continuava a girare ovunque e quindi ci ho sperato. La chiamata del team manager poi mi ha confermato la convocazione, dicendomi che dopo due giorni sarei dovuto andare a Coverciano e sono scoppiato subito a piangere. Ho chiamato mia mamma e mio papà e si sono messi a piangere anche loro. È stato un fine settimana perfetto, non ho dormito tutti e due i giorni. A Coverciano ero come un ragazzo al parco giochi. Ancora adesso non sto realizzando tutto quello che sto facendo”.

Nicolò Zaniolo
Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse

Infine, Zaniolo ha rivelato l’emozione del primo gol in Serie A: “dopo il pallonetto contro il Sassuolo, mio padre mi ha detto ‘Come ti è venuto in mente di fare quello scavetto?’. I compagni romani, come Florenzi o Pellegrini, sono stati più schietti: ‘Ammazza che cazzo hai fatto. Ho fatto vedere tante cose in poco tempo? Speravo di farle. Le mie caratteristiche le conoscevo. Sapevo di poterle fare ma non in così poco tempo”.

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