Una leggerezza costata carissima, un tweet piuttosto inopportuno che potrebbe escluderla definitivamente dalla redazione del Washington Post.
Il celebre quotidiano americano ha deciso di sospendere una propria giornalista, tale Felicia Sonmez, colpevole di aver postato su Twitter, dopo la morte di Bryant, un articolo risalente al 2016 in cui la leggenda dei Lakers veniva accusata di stupro. Un tweet cancellato subito dopo che, tuttavia, non è passato inosservato agli occhi di milioni di followers, che hanno iniziato a inondare la giornalista di insulti e minacce di morte.
Il Washington Post ha deciso di sospenderla, mettendola in congedo amministrativo: “i tweet di Sonmez mostrano un errore di giudizio che ha minato il lavoro dei suoi colleghi“. La reporter statunitense ha dovuto anche cambiare alloggio, trasferendosi in hotel dopo che il suo indirizzo di casa era finito sui social. La Sonmez, prima di rimuovere i suoi tweet, ha voluto però esprimere il proprio parere sulla vicenda: “alle 10 mila persone che hanno commentato e scritto e-mail con insulti e minacce di morte, prendetevi un minuto e leggete il pezzo, scritto oltre tre anni fa e non da me. Ogni figura pubblica andrebbe ricordata nella sua totalità, anche quando è amata da tutti“.