Rimettersi in sella. Un gesto piuttosto comune per ogni ciclista vittima di una caduta, un incidente di percorso. Anche una metafora della vita. Ricominciare, è sempre difficile, riprendere la pedalata, acciaccati, malconci, frastornati dal contatto con l’asfalto che fa male dentro e fuori.
Lo sa bene Christina Johnson, che di professione fa la gallerista d’arte, ma che il mondo del ciclismo ricorda come la storia fidanzata di Marco Pantani. La donna, che ha passato 7 anni al fianco dell’indimenticabile ciclista italiano, ha pubblicato attraverso Sportweek una lettera che parla del ‘Pirata’ dopo diversi anni di silenzio.
Christina dà vita ai suoi ricordi, racconta delle difficoltà avute dopo la morte di Marco, del desiderio di ‘seguirlo’ e farla finita poiché travolta da un dolore troppo grande. Poi forse, l’ultimo miracolo di Pantani, la forza di ricominciare a pedalare e vivere: “senza il tuo esempio, senza averti conosciuto, senza aver sentito il tuo respiro non credo che sarei riuscita a superare il lutto e a rimettermi in sella. Se sono ancora viva è un miracolo… perché la voglia di seguirti è stata forte. Molto forte. […] Ancora oggi salto appena vedo una tua foto. […] La tua ultima partenza… Ho provato a battermi per la vita, ero a terra come colpita da un fulmine… Ho dovuto fare come mi hai insegnato. Stringo i denti e pedalo. Lo faccio in omaggio a te e a quello che rappresenti per me“.