Il Milan migliora nel gioco ma ha difficoltà a fare gol. L’attacco è un paradosso: un tridente senza ali di ruolo e con un bomber che non sa più segnare. Il miglior marcatore diventa il terzino Theo Hernandez
Un mese esatto il Milan vinceva la sua ultima partita in campionato battendo la Spal. Quest’oggi la seconda vittoria targata Pioli, lo 0-1 sul Parma arrivato nel finale di partita. Una gara davvero particolare, come particolare, o meglio paradossale, è la situazione dei rossoneri. Pioli sembra aver riportato la squadra in carreggiata: quest’oggi dominio nel possesso palla, un buon numero di tiri in porta e pochi pericoli subiti dalla difesa. Resta solo da risolvere un’ultima questione: fare gol.
Il problema del Milan è proprio questo, c’è una maledetta difficoltà a buttare il pallone in rete, un problemino non da poco nel gioco del calcio che, se le regole non dovessero essere stravolte, assegna la vittoria a chi fa più gol dell’avversario. Il Milan si ritrova ad oggi con meno di un gol a partita segnato, 13 in 14 gare, a fronte dei 17 subiti: vincere così diventa complicato. La colpa probabilmente è delle difficoltà nella costruzione della manovra, ma sicuramente anche il trio d’attacco ha qualcosa da farsi perdonare.
Il tridente del Milan è un paradosso calcistico. Le due ‘ali’, Calhanoglu e Suso, non hanno il passo per giocare sulla fascia, difficilmente saltano l’uomo in velocità e mettono cross invitanti al centro, preferiscono invece accentrarsi per il tiro, facendo leva sulle loro doti di trequartisti. Da questo ne consegue una maggiore difficoltà per Piatek nel ricevere palloni giocabili. Il polacco ci mette anche del suo nel sbagliare gol che nella passata stagione avrebbe segnato ad occhi chiusi. Tre gol dalla coppia di esterni, gli stessi segnati dalla prima punta e dal… terzino.
Sì, Theo Hernandez è ad oggi, senza rigori, il miglior marcatore del Milan. Pur partendo dalla difesa, ha il passo e la tecnica per far male sull’esterno, molto più di Suso e Clahanoglu. Risulta pericoloso con conclusioni dalla lunga e breve distanza (oggi gol da opportunista con l’esterno dall’area piccola) più di Piatek. Dribbla, crossa, spinge e fa anche gol. Il terzino francese è l’arma in più dell’attacco rossonero: a pensarci bene, forse anche l’unica.