Le Olimpiadi di Tokyo 2020 si avvicinano sempre più: mancano diversi mesi, ma il tempo volerà come è volato dall’ultima Olimpiade, quella di Rio2016, e ci ritroveremo presto a fare il tifo per i nostri idoli, a caccia di preziose medaglie.
La Nazionale italiana maschile di pallavolo farà di tutto per puntare al metallo più prezioso, l’oro, dopo l’argento brasiliano e Ivan Zaytsev lo sa bene: “veniamo da un bronzo a Londra e da un argento a Rio: a Tokyo dovremmo chiudere la sequenza e dovrebbe arrivare l’oro…però con le sequenze logiche in questi casi ci fai poco. Siamo una bellissima squadra, ma alcuni componenti sono un po’ avanti con l’età…per questa squadra è l’ultimo treno: cercheremo di sfruttare l’occasione e di prenderlo“, ha dichiarato a Extratime, su Radio 1 Rai.
Lo Zar ha poi raccontato la sua storia: “mio padre è stato il primo atleta ad essere autorizzato da Gorbaciov in persona ad uscire dai confini dell’Unione Sovietica per giocare a Spoleto, dove sono nato io e dove è iniziata la mia storia…Mio padre versava comunque il 70% cento dei propri introiti al partito comunista e a noi come famiglia rimaneva relativamente poco: erano anni di sacrifici e di problemi quotidiani, ma tutto cadeva nel dimenticatoio grazie ai grandi risultati sportivi di mamma e di papà“.
“Ho scelto la pallavolo perché non si poteva fare altrimenti, ma preferisco comunque lo sport di squadra e non sono portato per stare da solo in acqua a luminare braccia e gambe. Io sono italiano al 300%, ma in mente ho anche un bagaglio di cultura russa e ringrazio i miei genitori di avermi trasmesso i valori di una cultura diversa…Mentalmente sono competitivo e ogni cosa che affronto cerco di farla al massimo delle mie possibilità“, ha concluso il pallavolista italiano.