Situazione alquanto complicata per Andrea Iannone, venuto a sapere nella giornata di ieri della sua positività ad un test antidoping svolto lo scorso 3 novembre in Malesia.
Paesi questi in cui la stessa WADA ha riconosciuto un problema di contaminazione delle carni con steroidi e anabolizzanti, certificando il tutto in alcuni documenti. Toccherà adesso al pilota dell’Aprilia difendersi e dimostrare la propria estraneità, presentando tutti i documenti utili per evitare la squalifica. Nel caso in cui non ci riuscisse, lo stop potrebbe andare da un paio di mesi fino a due anni.