Un incidente terribile, una bici accartocciata e un ragazzino di 14 anni trasportato d’urgenza in ospedale con l’eliambulanza.
Si chiama Paolo, ha 14 anni ed è stato centrato a Fiuggi da un’automobile che cercava di superarlo. La caduta, un colpo forte alla testa e il conseguente ematoma che ha richiesto il coma farmacologico. Sul posto è arrivato quasi immediatamente anche Vincenzo Nibali, fermatosi insieme ad Antonio Tiberi con cui si stava allenando proprio su quelle strade. Una scena raccapricciante, che ha spinto lo Squalo a sfogarsi: “basta, dobbiamo fare assolutamente qualcosa per evitare questa mattanza. Le strade sono sempre più pericolose, ormai siamo di intralcio“.
Lo Squalo ha poi proseguito: “ma come si fa, lo zio di mia moglie è stato uno dei primi a intervenire. Sono arrivato poco dopo l’incidente, Tiberi mi ha fatto vedere la bici. ‘Guarda, è piccola’. Assurdo che un ragazzino finisca così. Ma che fretta ha la gente… Chi sta in macchina non lo vede che è un bambino? Come si fa a sorpassarlo così… La gente sta diventando matta. Anche oggi un automobilista ci ha urlato di stare in fila. Ha ragione Cassani, la macchina ormai sta diventando un ufficio, i cellulari li vedo. In Ticino c’è una linea tratteggiata sulla carreggiata, che separa una zona di un metro, e io pedalo lì. Ma l’Italia sotto questo aspetto è molto indietro rispetto agli altri Paesi europei, come è stato con le cinture di sicurezza. Noi professionisti ci siamo mossi con l’Accpi, poi il decalogo di Cassani sulla Gazzetta, gli adesivi per il rispetto del metro e mezzo di distanza in fase di sorpasso. Ci devono rispettare anche se non abbiamo la targa. Ho paura anch’io quando pedalo, sto attentissimo, non vado in gruppo, massimo due, e scelgo sempre strade secondarie dove ci sono meno pericoli. E agli automobilisti dico: quando vedete ragazzini in allenamento, pensate che possano essere i vostri figli“.