Un’impresa immane, di cui è ancora difficile capacitarsi. L’Atalanta è ancora nella sua magica bolla, così come il presidente Percassi, esploso letteralmente di gioia dopo la qualificazione agli ottavi di Champions League.
La partita lui l’ha voluto vivere da solo a casa sua, il motivo lo ha spiegato poi ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “avevo deciso di essere dove potevo stare da solo, a casa. Volevo potermi disperare o piangere per la felicità. E l’ho fatto. Non sono andato alla festa, ho preferito andarli a trovare a Zingonia. Gli ho detto: ‘avete fatto una cosa incredibile. Avete regalato un sogno alla gente bergamasca’. A maggio abbiamo fatto un pezzo della nostra storia e ci siamo detti: ora andiamo all’università per imparare. Dopo le prime partite ci davano per spacciati, poi nelle ultime tre abbiamo giocato un gran calcio”.
Il presidente dell’Atalanta ha poi rivelato: “dopo le tre sconfitte mi ero detto: ora che abbiamo imparato cos’è la Champions dobbiamo fare almeno buona figura. I ragazzi non si sono accontentati e alla terza partita siamo andati a prenderci la laurea. Aspetto il sorteggio con i piedi per terra. Nel frattempo domenica giochiamo contro il Bologna una sfida delicata. Sono una squadra forte da non sottovalutare”.
Su Zapata: “tornerà quando starà bene, non abbiamo fretta. Puntiamo ad averlo a inizio gennaio. Mercato? Aspettiamo indicazioni da Gasperini. Sono già stati fatti dei ragionamenti, che affronteremo dopo il Milan. La squadra è già forte, ma se ci sarà occasione di migliorarla non ci tireremo indietro”.