Il ct della Spagna, tornato in sella dopo il periodo di pausa dovuto alla morte della figlia, ha cacciato dal suo staff Robert Moreno, colui che lo aveva sostituito
Luis Enrique è tornato, si è ripreso la panchina della Spagna che aveva lasciato lo scorso 19 giugno con la morte nel cuore, dovendo stare vicino alla piccola figlia malata, poi deceduta il 29 agosto.
A distanza di quasi tre mesi, Lucho si è ripreso il suo posto, cacciando dal proprio staff Robert Moreno, il suo storico vice che lo ha sostituito durante questo periodo. Intervenuto in conferenza stampa, Luis Enrique ha spiegato i motivi di questa decisione: “questo è un giorno speciale per me e per la mia famiglia, torno a casa, alla nazionale, per portare a termine un progetto iniziato. So che l’attenzione mediatica per questo mio ritorno e focalizzata su ciò che è successo in questi mesi. Sono un tipo che rifugge dalle polemiche ma sono obbligato a trattare una polemica generata da una persona che ha lavorato con me per tanti anni. L’unico responsabile del fatto che Robert Moreno oggi non sia qui con noi sono io. Nessun altro. Il 12 settembre ho avuto un incontro con lui, a casa mia. Parliamo per 20-30 minuti e percepisco la sua voglia di dirigere la nazionale all’Europeo, per poi tornare a farmi da vice dopo il torneo. La cosa non mi sorprende, l’avevo intuito per ciò che era successo nelle settimane precedenti. Apro una parentesi: capisco Robert Moreno, comprendo che gli faccia piacere allenare, che questa è l’opportunità della sua vita e che ha lavorato tanto per arrivare a questo momento. È ambizioso, lo capisco e va apprezzato per questo“.
E’ però la goccia che fa traboccare il vaso: “per me il suo comportamento è sleale, io non farei mai una cosa del genere e non voglio nessuno così nel mio staff, l’ambizione smisurata per me non è una virtù ma un grande difetto. Capisco la postura di Robert ma non la condivido. Chiusa parentesi. In quel momento gli dico che non sarà mai più il mio secondo, che non sarà mai parte di un mio staff. Aggiungo che sto bene e che voglio tornare, non so quando, ma che ho voglia di tornare. Finisce la riunione in maniera cordiale, chiamo tutti gli altri dello staff, volevo che conoscessero da me la mia opinione e altra parte. Il 31 ottobre mi riunisco con il presidente Rubiales a Saragozza e gli dico che sono pronto a tornare, ma senza alcuna obbligazione da parte della federazione“.