Il nuotatore italiano, vittima di un agguato dieci mesi fa, ha sottolineato come non ami guardare indietro a cosa è accaduto, preferendo proiettarsi al futuro
Un ragazzo dalla grande forza mentale, con coraggio e determinazione da vendere. Manuel Bortuzzo ha dimostrato in questi mesi di essere una persona speciale, capace di affrontare a testa alta la terribile sfida che la vita gli ha messo di fronte.
L’agguato subito dieci mesi fa gli ha portato via le gambe ma non la voglia di vivere, grazie alla quale ha voltato pagina pensando al proprio futuro. Intervistato da ‘Grazia‘, il magazine diretto da Silvia Grilli, il nuotatore italiano ha ammesso: “indietro non si può tornare ed è inutile rimpiangere il passato, bisogna guardare avanti. Sarebbe stato meglio vivere come prima, con le mie gambe, ma ora che è successo, sono grato di ciò che la vita mi regala. Lo sport t’insegna a focalizzarti su un obiettivo e a volerlo raggiungere. I ragazzi che mi hanno colpito? Preferisco pensare a cose belle“. Il nuotatore italiano poi ha parlato del suo libro ‘Rinascere‘, nel quale ha descritto il suo abisso: “è fatto di disperazione: ti assalgono pensieri profondi, cupi, tristi, molto brutti. Perché se la tragedia te la vai a cercare, cerchi di fartela passare. Ma quando non c’entri niente, non puoi fare a meno di chiederti perché. Il film con Raoul Bova? Sul grande schermo ci sarò io, ma anche il Manuel che non si è mai visto, il ragazzo che soffre per ciò che e’ successo. Raoul è un nuotatore, ma per me anche un maestro di vita. E’ umile, un combattente, che affronta le battaglie in silenzio. Le Olimpiadi di Tokyo? Quest’estate penserò: potevo essere lì, ma spero di gioire per gli amici che ci andranno“.