L’ormai ex allenatore friulano ha parlato della sfida di domani tra Juventus e Milan, esprimendo il proprio giudizio anche sul possibile arrivo in rossonero di Ibra
L’Allianz Stadium si prepara ad accendere i riflettori su Juventus-Milan, una volta big match ma adesso relegato a semplice sfida tra due squadre divise da ben sedici punti.
Chi conosce bene entrambi i club è Fabio Capello che, nel corso della sua carriera da giocatore e da allenatore, ha vissuto l’ambiente rossonero e quello bianconero, cogliendo sfaccettature oscure ai più. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ormai ex manager friulano ha ammesso: “la Juve si è rinforzata anno dopo anno, approfittando delle debolezze degli avversari. Con la crescita in Europa, è diventata una destinazione gradita alle grandi star, vedi Ronaldo. Solo il Napoli ha cercato di contrapporsi, ma la differenza tecnica e di mezzi alla fine ha reso impossibile la sfida. Oggi c’è l’Inter, che ha la forza del gruppo Suning alle spalle e può permettersi di compiere investimenti importanti. Il Milan ha avuto la disavventura di essere ceduto a persone che non avevano le risorse per gestire un club di valore mondiale. Adesso c’è il fondo Elliott, che dà la priorità ai conti, considerato anche il debito pregresso. Si sta cercando di costruire qualcosa, ma le scelte di alcuni giocatori si sono rivelate sbagliate. Serve gente da Milan, come Hernandez e Leao. Il Milan attuale purtroppo non può permettersi di sognare“.
Il discorso poi si sposta sulla suggestione Ibrahimovic: “sarebbe un bel colpo, perché Ibra non viene a svernare. In Italia può ancora fare la differenza. Lo conosco bene e sono sicuro che se dovesse tornare in Serie A, cercherebbe di essere protagonista. E’ un uomo intelligente e di personalità. Gli dicevo ‘Zlatan, devi migliorare il colpo di testa e l’impostazione del tiro’. Lui capì e iniziò a lavorare su questi aspetti tecnici, mostrando grande umiltà. Caratteri e persone diverse, ma anche Seedorf si comportò così. Ronaldo? In area resta il numero uno al mondo. Non lo vedo bene fisicamente come un anno fa e questo spiega perché Sarri lo abbia sostituito a Mosca. La gestione di un campione di 34 anni è fondamentale“.