L’esterno francese è pronto a tornare in campo dopo la squalifica, comminatagli dopo le intemperanze post Fiorentina-Lazio
Tre turni di stop, colpa di una reazione spropositata con un guardalinee al termine della partita con la Lazio dello scorso 27 ottobre. Un mese dopo, Franck Ribery è pronto a tornare in campo con la maglia della sua Fiorentina, lo farà nella delicata trasferta di Verona, dove i viola vanno a caccia di tre punti importanti.
Intervistato ai microfoni del Corriere dello Sport, l’esterno francese è tornato su quella brutta serata: “avrei dovuto evitare quella reazione, mi sono scusato ma non è bastato. Una tristezza infinita. L’istinto, la tensione della partita hanno prevalso sull’esperienza. Male, molto male. Sappiamo di non avere una squadra da primi posti, ma dobbiamo sempre uscire dal campo felici per la vittoria ma anche arrabbiati per la sconfitta. È il messaggio che passo ai più giovani. Firenze è un posto ideale per fare calcio, la città, il pubblico vive la squadra. Come a Marsiglia, dove sono stato due anni. C’è un’adesione fortissima. Rocco Commisso, Joe Barone e Daniele Pradè – persona unica – hanno tanto entusiasmo, la gente si fida di loro. E con Montella mi trovo benissimo, mi ha dato tanta responsabilità, il cambio di modulo ha portato equilibrio alla squadra”.
Ribery poi ha usato parole al miele per Federico Chiesa: “non amo aprire bocca quando ho poco da dire, ma vista l’esperienza che ho accumulato ogni tanto provo a trasmettere qualcosa al gruppo. Nelle prime settimane sono stato in silenzio perché ero arrivato tardi, niente preparazione. Ho aspettato di recuperare una condizione buona per dare una mano alla squadra. Chiesa lo vedo più centrocampista esterno che punta. Ha grandi doti, deve soltanto pensare a giocare, a lavorare, a crescere. E’ un tipo abbastanza chiuso, ma sa ascoltare”.