La Federazione non ha avviato nessuna indagine nei confronti dell’olandese, colpevole di aver accusato la Ferrari di barare
Le parole di Max Verstappen rilasciate ad Austin non sono state affatto dimenticate dalla Ferrari, accusata di aver imbrogliato nelle gare precedenti al Gran Premio degli Stati Uniti.
L’olandese infatti ha associato le difficoltà riscontrate da Vettel e Leclerc in America alla direttiva pubblicata dalla FIA il sabato precedente la gara, utile a specificare come sistemi in grado di aumentare (immagazzinare e/o riciclare) il passaggio di carburante nell’intervallo di misurazione del flusso da parte del sensore Fia, sono da considerarsi irregolari. Nonostante queste accuse durissime, non corroborate da alcuna prova, la Federazione non ha avviato nessuna indagine disciplinare nei confronti di Verstappen, per il semplice motivo che le sue parole non sono state rese in una conferenza stampa ufficiale, non ledendo dunque il principio di onorabilità delle istituzioni sportive. Nonostante questo però, la Ferrari ha acceso i riflettori su un altro elemento, ovvero l’accusa indiretta fatta dal pilota Red Bull alla FIA stessa: se un team bara, chi dovrebbe controllare o non vede oppure è complice. Una situazione davvero spinosa creata dalla poca lungimiranza dell’olandese, che avrebbe dovuto essere quantomeno punito per aver leso l’immagine di una squadra storica come la Ferrari.