Lo spagnolo è tornato a parlare della sfida che lo aspetta, ammettendo di non potersi paragonare a piloti del calibro di Peterhansel e Al-Attiyah
La Dakar 2020 si avvicina, sale l’attesa per vedere all’opera Fernando Alonso, per la prima volta impegnato in questa competizione al volante di una Toyota Hilux.
Il terzo posto ottenuto nell’ultimo appuntamento di Ula Neom ha aumentato l’autostima dello spagnolo, che tuttavia non si fa illusioni sugli obiettivi da raggiungere in Arabia. Intervistato da AS, il driver di Oviedo ha rivelato: “la Dakar è senza dubbio la sfida più grande che io abbia mai affrontato, nel primo test che ho svolto in Sudafrica il cronometro ha registrato tempi subito positivi e da lì ho deciso di cimentarmi in questa avventura che ha vinto il ballottaggio con il Mondiale Rally. La Dakar è il contrario della Formula 1, nel circus devi prepararti per affrontare circa 70 giri nel miglior modo possibile, mentre nei raid quando parti per la tappa non sai cosa dovrai affrontare nei 600 km che ti attendono. Mantenere la concentrazione e la velocità così a lungo su terreni sempre diversi e in evoluzione non è facile, bisognerà tenere gli occhi aperti”.
Sugli avversari, Alonso ha ammesso: “queste nuove sfide mi danno grande motivazione e ovviamente ho voglia di vincere. Mentirei, però, se dicessi che sarà al livello di Peterhansel, Sainz o Al-Attiyah. È impossibile avvicinarli con sei mesi di preparazione. Guardate Loeb, ha provato a lungo a vincere la Dakar senza riuscirci, ed è una leggenda del Rally. Io con zero esperienza non posso paragonarmi ai grandissimi di questa specialità. Voglio però migliorare come pilota e trarre il massimo a livello di insegnamento da questa esperienza”.