Il capitano della squadra azzurra ha commentato il nuovo format della Coppa Davis, esprimendo tutte le proprie preoccupazioni
La nuova Coppa Davis si è chiusa in maniera amara per l’Italia, eliminata già nella fase a gironi al cospetto di squadre come Canada e Stati Uniti. Matteo Berrettini e Fabio Fognini non sono riusciti a trascinare la squadra azzurra ai quarti di finale, chiudendo in fondo al proprio raggruppamento.
Un risultato che lascia tanta amarezza al capitano Corrado Barazzutti, che si è voluto però togliere qualche sassolino dalla scarpa ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “siamo tornati in albergo dopo le 5, pochi di noi sono riusciti a dormire. Per la stanchezza, la delusione. È andata così, i ragazzi hanno dato tutto, ma non è bastato. E di sicuro ci sono molte cose da riconsiderare in questo nuovo formato della Davis. Di certo quello degli orari è un aspetto che va corretto. Non si può giocare alle 4 del mattino, è una questione di rispetto per i giocatori, i professionisti, per il pubblico. Ma il vero problema di questo formato è un altro e va sicuramente eliminato, i gironi a tre non funzionano. Non vanno bene, soprattutto perché puoi trovare chi non si comporta in maniera molto corretta. Non è per puntare il dito o fare polemica, questa è stata la prima volta e sbagliando si impara. I miei sono punti di vista e suggerimenti da parte di chi questa competizione l’ha giocata tante volte, l’ha vissuta da giocatore e da capitano. Se ti ritrovi dei team che si ritirano mettendo nei guai altri che sono ancora in gara, allora non va bene per niente”.
Barazzutti pensa poi alle alternative: “mi viene in mente magari un torneo a 24 squadre a eliminazione diretta. Il meccanismo dei gironi deve essere cambiato perché c’è chi come noi ha onorato l’impegno giocando un match inutile e altri che se ne sono fregati. Gironi e teste di serie poi non si possono decidere sei mesi prima. Altrimenti finisce che un team come il nostro, con il numero 8 e il numero 12 al mondo, si ritrova in un gruppo con squadre fortissime e fresche. Quando l’ho fatto presente mi hanno detto che devono vendere i biglietti e la gente vuole sapere cosa andrà a vedere. Non voglio essere frainteso, ma la Davis è di tutti ed è una delle tradizioni più amate del tennis. Non è una polemica, un alibi o una critica fine a se stessa. Anche Itf e Kosmos penso che vogliano rendere felici spettatori e giocatori, quindi sono certo che penseranno a come risolvere il problema”.
Su Berrettini e Fognini, Barazzutti poi ha ammesso: “Matteo è arrivato dopo le Finals, ha giocato tre match e ha perso per un soffio il primo. Se contro Fritz gli fosse entrato quel dritto a due punti dal match, magari sarebbe cambiato qualcosa. Al terzo set ha avuto un crollo di energie fisiche e mentali totale. Non gli si poteva chiedere di più. Lui e Fognini si sono messi completamente a disposizione. Avrebbero meritato di andare avanti. Il prossimo anno spero di poter avere con noi anche Sinner. Il giocatore è giovane ma molto maturo. Con lui penso che ci siano degli ottimi presupposti per aprire una nuova era azzurra. Tra Jannik, Matteo e Fabio sarà un bel mix di energie nuove ed esperienza“.