MotoGp – Crutchlow guarda al futuro, Cal pensa al ritiro? “Non sono come Valentino Rossi, ma…”

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Cal Crutchlow analitico e sincero: le parole del britannico della LCR sul futuro in MotoGp

Ancora una settimana di stop e poi i piloti della MotoGp torneranno protagonisti in pista: i campioni delle due ruote si sfideranno a Misano per il Gp di San Marino e della Riviera di Rimini. In attesa di scoprire chi vincerà a Misano e qualche casco indosserà Valentino Rossi, a far discutere sono le affermazioni di Crutchlow riguardanti il suo futuro.

Foto Alessandro La Rocca/LaPresse

Penso di poter ottenere sempre gli stessi risultati, posso sempre vincere gare. Non penso di andare più lento, ma faccio più fatica fisicamente. Non sono debole e guiderò sempre dando il 100%, indipendentemente dalla mia condizione. Ma mi fa male il corpo. E non solo a causa della caduta dell’anno scorso, dico in generale“, ha affermato nel weekend di Silverstone.

AFP PHOTO / Juan MABROMATA

Non so quanto tempo potrò continuare a guidare, anno dopo anno invece di avere una vita normale. Le persone reagiscono in maniera diversa a certe cose. Qualcuno della mia età potrebbe non sentire dolore e stare bene. Valentino continua fino a 40 anni! Ma io no, mi sento un po’ diverso. Sento anche di aver dato assolutamente tutto al mio sport, mi sono dato al 100% e questo non è sufficiente per vincere un titolo in MotoGP o essere davanti ogni fine settimana, lo accetto. Sento che do il massimo ad ogni giro di ogni gara. Sento anche di essermi goduto la mia carriera, con alti e bassi, ma non la cambierei per niente al mondo. Attenzione, non dico che mi ritiro! Credo solo che se l’anno prossimo non sentirò dolore e sarò in testa alla classifica, le cose cambieranno! Diciamo così: non ho bisogno di correre, lo faccio perché mi piace da morire. Torno tutti i fine settimana perché amo questo sport e continuo a dare tutto“, ha aggiunto.

LaPresse/Alessandro La Rocca

Voglio fare le cose normali: voglio accompagnare a scuola mia figlia, giocare con lei. Voglio fare un percorso lineare, perché non posso farlo ora. Voglio poter correre con mia figlia, avere una vita normale. Questo non significa che non sia un buon pilota, perché ancora riesco a guidare. Anzi, quando sono diventato padre sono stato anche più veloce! Quando ero in Tech 3 la situazione era un po’ diversa: la moto era facile a guidare, ho ottenuto dei buoni risultati. Ora credo di essere più veloce, ma il problema è che lo sono anche gli altri“, ha concluso.

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