Il team principal della Mercedes ha tracciato un bilancio della stagione, soffermando su diversi temi tra cui il rinnovo di Hamilton
Un’altra stagione trionfale per la Mercedes, nonostante il Mondiale abbia superato da poco la prima metà di gare. Hamilton e Bottas dominano la classifica piloti e quella Costruttori, permettendo così al team di Brackley di lavorare senza stress e pressioni.
L’appuntamento di Monza non sarà per nulla semplice, ma Toto Wolff non è il tipo di abbattersi alla prima difficoltà. Prova ne è l’inizio di stagione, quando la W10 sembrava non performare nell’imminenza del Mondiale: “non mi aspettavo una stagione così, il primo test era stato difficile. Al secondo, cruciale, montiamo il nuovo pacchetto aerodinamico e non ha funziona… Panico? No, anche se il capo degli aerodinamici ha iniziato a sudare molto” le parole di Wolff ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Poi il terzo giorno siamo riusciti a sbloccarne il potenziale e l’ultimo abbiamo eguagliato i tempi Ferrari. In Australia ci sottostimavano, mentre in Ferrari pensavano di essere abbastanza avanti. Poi l’inerzia è stata dalla nostra, Leclerc in Bahrain avrebbe dovuto vincere senza il problema al motore: un regalo, ma l’affidabilità è importante. A Baku, su un circuito cittadino e un rookie, in Ferrari hanno scommesso sulle gomme medie in Q2, e Charles ha sbattuto. Poi il taglio di chicane di Vettel in Canada. Sono state tre corse che hanno cambiato la dinamica del campionato“.
Per quanto riguarda Hamilton, Wolff non può che tesserne le lodi: “Lewis ha una personalità spettacolare, è il solo pilota che abbia sentito dire in una riunione tecnica di non guardare i dati perché aveva guidato male. Ed è un 5 volte campione del mondo, forse il migliore di sempre, con Schumacher. I giovani dovrebbero imparare: prima di dare la colpa agli altri, metti in discussione te stesso. Lui in MotoGp? Non sapevo che girasse con la Superbike a Jerez. Per due giorni lui e Vowles non rispondevano al telefono. Il terzo giorno ecco finalmente James: ‘Siamo in pista’. ‘È novembre, dove?’. ‘In moto. Abbiamo finito e nessuno si è fatto male’. Lewis era caduto due volte. Fosse salito da giovane in moto, avrebbe potuto essere molto competitivo, ma a 34 anni non credo sia molto saggio. Fa già un sacco di cose pericolose, regalandomi un po’ di stress. Ha questa abilità che qualsiasi cosa faccia gli riesce bene: snowboard, surf, kyte, paracadute, moto, free climbing, ha un feeling pazzesco per lo sport. Mi dà un fastidio“.
Il discorso poi non poteva non scivolare sul mercato: “Bottas in qualifica quest’anno è stato quasi uguale a Lewis. Ha fatto gare spettacolari, i suoi progressi gli hanno fatto vincere 2 GP. Il rapporto tra lui e Lewis è molto buono, non ci interessa una rivalità che sfoci in animosità e rompa lo spirito di squadra. Se l’è meritato. Esteban meritava una possibilità, ma sarebbe riuscito il primo anno a far meglio di Bottas? Probabilmente no. Il rapporto con Lewis sarebbe stato altrettanto buono? Non lo sappiamo. C’è il rischio di danneggiarne la carriera mettendolo, dopo un anno di stop, a fianco di un 5 volte iridato che corre con noi da 7 anni? Sì, e io non lo voglio, perché può essere un futuro campione del mondo. Per quanto riguarda Hamilton, lui è parte di questo team, e non prenderà alcuna decisione basata sui soldi, ma sceglierà sempre la miglior macchina che potrà avere. La nostra priorità rimane Lewis. Non parliamo di rinnovo, stiamo lottando per vincere il Mondiale e non voglio distrazioni“.
Sulla Ferrari e Leclerc: “Charles sta facendo esattamente quel che ci aspettavamo: grandi prestazioni ed errori. È una brava persona, si è calato bene nella squadra, non è politico, è molto umile. Lo apprezzo molto. Binotto è molto dotato: è un primo anno difficile, ma mari tranquilli non fanno un buon marinaio. Arrivabene era bravo in marketing, da lui ho imparato cose che non sapevo, con Domenicali sono molto amico, andiamo a sciare insieme, anche se nel 2013 ha protestato contro di noi a Monaco per il test gomme al Montmelò, e glielo ricordo ogni volta. Mattiacci non ha avuto la possibilità, ma capiva il business dell’auto, ha rappresentato bene la Ferrari. Lauda? Mi manca tanto. Quando le cose politicamente diventavano difficili, era una voce potente nel paddock, l’ho usato come arma: Niki poteva dire quello che pensava, Toto non sempre. Io ero il poliziotto buono, lui amava essere quello cattivo“.