Gli azzurri della palla ovale coinvolti nel programma di legacy della Coppa del Mondo di Rugby 2019
Sergio Parisse, Alessandro Zanni e Leonardo Ghiraldini sono tre leggende del rugby italiano e internazionale: difficile trovare una definizione differente per un trio capace di accumulare trecentosessantuno apparizioni sulla scena dei test-match lungo una carriera che abbraccia quindici anni.
Nessuna tra le venti Nazionali impegnate in queste settimane in Giappone per la rassegna iridata 2019 ha in rosa un tale patrimonio di esperienza: insieme, i tre avanti azzurri hanno preso parte a tredici edizioni della Rugby World Cup.
Non potevano dunque esserci ambasciatori più indicati per partecipare in un Sol Levante che ha accolto con straordinario entusiasmo e affetto gli oltre seicento giocatori impegnati nel Mondiale, al “Legacy Programme” di World Rugby, l’insieme di iniziative rivolte a garantire, attraverso l’interazione tra atleti e comunità locali, un lascito concreto sul pubblico, in particolare sui più giovani, per continuare la promozione e lo sviluppo del Gioco.
I tre veterani Azzurri, insieme al giovane pilone Tiziano Pasquali, alla sua prima Coppa del Mondo, hanno fatto visita oggi alla Mushiroda Elementary School di Fukuoka, non lontano dall’Hakatanomori Stadium dove domani l’Italrugby sfiderà il Canada (ore 9.45 italiane, diretta Rai2) nel secondo turno del Mondiale giapponese.
Ad accogliere Parisse e compagni centinaia di giovanissimi studenti, che hanno rivolto un calorosissimo saluto alla rappresentanza della Nazionale, prima regalando una bandiera italiana interamente costituita di origami, poi sorprendendo l’intera delegazione azzurra con una perfetta esecuzione dell’Inno di Mameli.
“La Rugby World Cup – ha dichiarato Alessandro Zanni – è una grande manifestazione sportiva ma anche una fantastica opportunità per conoscere differenti culture, scambiare e vivere incredibili esperienze, coinvolgere i rugbisti di domani e costruire insieme ai propri compagni ricordi destinati ad accompagnarci per tutta la vita. Oggi l’accoglienza di questi bambini ci ha sorpreso e commosso, hanno cantato il nostro inno in modo esemplare, è stata una magnifica esperienza e nelle settimane che ci aspettano speriamo di avere nuovo opportunità come questa per conoscere più in profondità il Giappone, i suoi abitanti e portare con noi dei magnifici ricordi”.