Bufera social su Kobe Bryant: parole dure contro la squadra estiva della figlia, arrivata 4ª in un torneo giovanile. Eccesso di Mamba Mentality?
Nelle ultime ore intorno a Kobe Bryant si è scatenata una vera e propria bufera mediatica. L’ex stella dei Lakers ha postato una foto della squadra estiva in cui milita la figlia Gianna, al termine di un torneo giovanile concluso senza successo. La foto è stata fortemente criticata a causa del messaggio che Bryant ha posto a corredo di essa, nel quale viene criticato il fatto di potersi considerare ‘vincitrici al 4° posto‘ e le motivazioni per dell’assenza di una bambina che ha preferito dare priorità ad un recital di danza.
Il tutto, ricordiamolo, riguardante bambine di circa 12-13 anni: “ecco la foto delle ‘vincitrici’ del quarto posto, sei delle ragazze hanno continuato ad allenarsi con me anche a torneo finito, come hanno fatto tutti i giorni. La settima giocatrice (non in foto) non ha potuto giocare perché aveva il recital di danza lo stesso giorno della partita, per cui è facile capire cosa avesse la priorità. Oltre alle sette giocatrici abbiamo dovuto aggiungere due ragazze di due anni più piccole da un’altra squadra ed una ragazza che si era appena trasferita qui dal Tennessee con la famiglia. La bellezza di essere un allenatore è far crescere i propri giocatori da zero. Il viaggio continua“.
Un eccesso di ‘Mamba Mentality‘, il modo di pensare orientato sempre al sacrificio e al duro lavoro per arrivare al successo, marchio di fabbrica della carriera di Kobe Bryant e che forse, l’ex numero 24 dei Lakers, ha cercato di trasmettere (in quantità eccessiva) alle piccole, risultate tristi nella foto finale. Successivamente Kobe Bryant ha corretto il tiro, pubblicando una foto delle ragazze sorridenti e spiegando il mood e le motivazioni dello scatto precedente: “mi dispiace se le mie parole sono sembrate una mancanza di rispetto. Stavo solo spiegando il motivo dell’assenza della ragazza nella foto: le ragazze hanno scelto di non sorridere nella foto ed io ho seguito il loro volere. La nostra squadra è una famiglia ed include quella settima giocatrice“.
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