Sante Tura, luminare dell’ematologia italiana, ha commentato il ritorno di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna: segnale forte, ma l’allenatore dovrà operarsi nel prossimo futuro
Mihajlovic in panchina a Bologna “è un buon segnale: è forte, ma serve prudenza“. Con queste parole l’ematologo Sante Tura, luminare dell’ematologia italiana e già direttore dell’Istituto Seragnoli del Sant’Orsola, dove è in cura il mister rossoblù, ha commentato la scelta di Sinisa Mihajlovic che ha voluto presenziare sulla panchina del Bologna per la prima di campionato a Verona.
“Per lui la prospettiva del trapianto potrebbe essere la migliore“, prosegue il medico intevistato dal Resto del Carlino. “Il fatto che i medici gli abbiano dato il permesso significa che c’è una risposta positiva dell’organismo. E’ chiaro che come qualunque malato dimesso dall’ospedale dovrà avere un po’ di riguardo. Si tratta di un grosso convalescente, che verrà seguito anche a casa. Se Sinisa è partito per Verona vuol dire che con ogni probabilità ha avuto un ripopolamento del midollo. Le erbacce crescono in un campo di grano, per farle scomparire dobbiamo radere al suolo tutto, frumento compreso. E’ così che il paziente si trova privo di globuli bianchi, rossi e piastrine. A quel punto bisogna solo attendere che quel ‘grano’ ricresca, e che l’organismo del malato si ripopoli. E’ stato fatto il primo passo verso la guarigione, ma la malattia andrà tenuta sicuramente sotto controllo. Sicuramente un paziente in questa condizione deve sottoporsi almeno a un secondo ciclo di cure (e quindi un nuovo ricovero) in vista di un trapianto di midollo. E’ la soluzione più probabile per i malati di leucemia mieloide. La medicina in questi anni ha fatto passi da gigante in questo campo, nel 2019 è molto facile trovare un donatore adatto, perché è sufficiente che fra i due midolli vi sia una compatibilità del 50%“.