Un Tour de France da dimenticare per la Bahrain-Merida, troppi i problemi da risolvere per il team del principe Nasser
Un Tour de France da dimenticare, un’agonia che Vincenzo Nibali non si merita affatto. Il secondo posto di un mese fa al Giro d’Italia dice tanto sullo Squalo, privato in Francia dei suoi denti da una squadra che non lo segue più.
Il siciliano è stato ormai palesemente abbandonato, lasciato al suo destino nel bel mezzo di una corsa importante come quella francese. A fine stagione le strade con la Bahrain-Merida si separeranno, ma chiudere così una storia cominciata nel 2017 non giova proprio a nessuno. Un Nibali mandato letteralmente allo sbaraglio, obbligandolo a fare di necessità virtù laddove avrebbe potuto dire certamente la sua. I 4’25” di ritardo ieri da De Gendt hanno scoperchiato il vaso di Pandora, come confermato oggi dall’ulteriore ritardo accumulato rispetto al gruppo. Lo Squalo vive ormai da separato in casa, in attesa che tutto finisca, contribuendo alla polveriera venutasi a creare all’interno del team dello sceicco Nasser. Anche i punti di forza sono diventati ormai delle debolezze, prova ne è la cronosquadre della seconda tappa, chiusa dalla Bahrain-Merida al nono posto con 36 secondi di ritardo dalla Jumbo-Visma.
Uno smacco imperdonabile per la formazione asiatica, costruita proprio per brillare in questo tipo di frazioni. Il motivo di tale disfatta? L’egoismo che regna sovrano all’interno del team, dove ognuno pensa singolarmente e non collettivamente. Prova ne sono le parole di Rohan Dennis di pochi giorni fa, che fanno luce sulle spaccature esistenti tra compagni di squadra. Questo spiega l’obiettivo di competere per vittorie di tappa e non per la classifica generale, dal momento che difficilmente si sarebbe potuto lavorare in gruppo per mettere nelle condizioni Nibali di poter ambire al successo. Dunque, una situazione insostenibile che rischia di deflagrare da un momento all’altro, rendendo un’agonia gli ultimi mesi di Nibali con la maglia della Bahrain-Merida addosso.