La WWE torna in Arabia Saudita con le più grandi superstar dei roster di RAW, SmackDown ed NXT, nonché i grandi ritorni delle leggende The Undertaker e Goldberg: ecco i risultati dei match di Super ShowDown
Dopo il successo di Crown Jewel 2018, primo PPV della storia WWE a tenersi in Medio Oriente, la World Wrestling Federation torna in Arabia Saudita con un nuovo grande evento: Super ShowDown. Il PPV della federazione di Stamford è giunto alla sua seconda edizione, dopo l’esordio avvenuto l’anno scorso a Melbourne, Australia. Questa volta la location è il fantastico King Abdullah International Stadium di Gedda che ospiterà le più grandi stelle dei roster di Raw, SmackDown ed NXT, nonché leggende del calibro di The Undertaker e Goldberg.
Lo show si apre con il consueto Kickoff utile a scaldare i tifosi arabi che hanno riempito l’arena come nell’annata precedente: si sfidano gli Usos e i Revival, due coppie appartenenti al roster di RAW. La prima vittoria della serata va al duo composto da Jey Uso e Jimmy Uso che, nonostante le scorrettezze degli avversari, stendono prima Dash Wilder e poi Scott Dawson grazie ai loro patentati Superkick.
Lo show vero e proprio si apre con l’ingresso di Seth Rollins, con alla vita una vistosa fasciatura, ‘regalo’ del pestaggio di Brock Lesnar nell’ultima puntata di RAW. Il ‘Beast Slayer’, malconcio, affronta un indiavolato Baron Corbin mettendo in palio il WWE Championship. Cintura che Corbin va vicino a vincere più volte, senza riuscire a capitalizzare il conto di 3. Nel finale Corbin si infuria con l’arbitro urlandogli in faccia di tutto, il direttore di gara risponde a tono e la reazione sorprende il ‘Lone Wolf’ che viene schienato con un roll-up da Rollins. Corbin, ancor più arrabbiato, si vendica mettendolo ko.
L’occasione è propizia per l’entrata di Brock Lesnar, pronto ad incassare la valigetta del Money in The Banks su un’esanime Rollins. Succede però l’inaspettato: Paul Heyman cade goffamente durante l’entrata nel ring, Lesnar si distrae e Rollins gli rifila un low blow! L’inerzia del match si capovolge, il campione prende una sedia e massacra Lesnar davanti al pubblico impazzito: lo Stop fatto sulla valigetta è la ciliegina sulla torta! Rollins ne esce indenne, ma ‘The Beast’ ha ancora la valigetta fra le sue mani.
Lo spettacolo prosegue con l’appassionante sfida tra Andrade e Finn Bálor versione “Demon”. Quest’ultimo deve faticare molto per difendere il Titolo Intercontinentale, in una resa dei conti accesissima dopo i battibecchi delle ultime settimane. Un match a ritmi alti e ad armi pari: Andrade dà del filo da torcere al suo sfidante, con un hammerlock DDT che però non basta per avere la meglio sul “Demon”, che reagisce e decide di chiudere il match prima con un DDT dalla terza corda e poi con il Coup de Grace, confermandosi così campione.
E’ per l’entrata di Roman Reigns che esplode letteralmente l’arena. Il wrestler è amatissimo, soprattutto dopo essere riuscito a sconfiggere la leucemia e tornare a combattere. L’ex membro dello Shield ha di fronte l’autoproclamatosi ‘Best in the World’, il figlio del boss, Shane McMahon, accompagnato da Drew McYntire. Reigns viene sorpreso dal suo rivale, che parte subito all’attacco senza tregua, ma riesce ad evitare il peggio e a mettere fuori gioco (temporaneamente) McIntyre, dedicandosi così a McMahon. Va a segno il Superman Punch, ma non la Spear. Shane allora distrae l’arbitro e permette a McYntire di connettere la Claymore che manda ko il samoano e regala l’1-2-3 vincente a Shane.
Arriva poi il turno dell’handicap match 1 vs 3 tra Lucha House Party ed il mostruoso Lars Sullivan che ha finalmente l’opportunità di mettere le mani sui 3 luchadores messicani in un match regolare. Dopo gli attacchi, da entrambe le parti, avvenuti nelle ultime settimane, sul ring di Gedda c’è la vera e propria resa dei conti. La vittoria finale va a Sullivan per squalifica (pestaggio dei 3 luchador). L’ex atleta di NXT al termine del match sorprende i suoi rivali atterrandoli uno dopo l’altro mentre stanno per guadagnare la via degli spogliatoi.
Dopo questo breve spazio di intrattenimento, ci pensano Randy Orton e Triple H ad infuocare l’arena. Ex membri della stessa stable, l’Evolution, nei primi anni 2000, i due hanno preso strade diverse quando Triple H ha tradito il giovane Randy Orton appena diventato campione. Un tradimento mai realmente perdonato da The Viper che dopo oltre 15 anni cova ancora un profondo rancore. Il match inizia in maniera lenta ma ci pensa Triple H a regalare il primo sussulto con un tentativo di Pedigree. Orton non si fa cogliere impreparato e risponde con una RKO, schivata dal suo rivale.
I due continuano a sfidarsi, senza strafare, ma regalando spettacolo. Dopo una Running Powerslam e una Viper DDT, Triple H finisce a terra, ma sorprende il suo avversario, intento a prepararsi per una RKO, con una Spinebuster. Triple H non riesce a chiudere il match con una sorprendente crossface, e il duello si accende sempre più: Pedrigree fallito, RKO a segno (conto di 2), Pedrigree a segno (ancora conto di 2!). L’incontro prosegue fuori dal ring, con Triple H che scaraventa quattro volte consecutive sul tavolo di commento Orton. HHH riporta sul ring The Viper, ma perde troppo tempo per mandare al tappeto il suo avversario, che approfitta dell’errore del suo sfidante per preparare la seconda RKO risultata alla fine decisiva.
Lo spettacolo continua con l’incontro tra Bobby Lashley e Braun Strowman: un match fra due degli atleti più dominanti del panorama WWE sotto il profilo della forza fisica. Nell’ultima puntata di RAW, prima di un incontro di ‘braccio di ferro’, Lashley ha sfruttato l’occasione per eseguire una Running Powerslam che ha messo fuorigioco l’avversario. Sul ring di Gedda la musica è però diversa. Questa sera i due rivali regalano spettacolo puro, con un inizio scoppiettante, una prova di forza con Strowman sempre dominante e Lashley sempre pronto a reagire. Una Powerslam da entrambe le parti non basta per un conteggio di tre. Entrambi i wrestler poi commettono due errori che gli costano cari: Strowman carica all’angolo ma sbatte sul paletto, con Lashley che esegue un Suplex, ma sbaglia anche lui ed il suo rivale ne approfitta ed esegue ben due volte la Running Powerslam, aggiudicandosi la vittoria.
Si prosegue con l’incontro tra Dolph Ziggler e Kofi Kingston, con in palio il WWE Championship. Kingston, campione in carica, deve difendere il titolo contro un rivale accanito, rientrato nelle scorse settimane e protagonista di una serie di attacchi, a sorpresa, ai danni del campione di SmackDown che è finito per avere la peggio. Ziggler parte a tutta forza, ma deve fare i conti con un campione che non abbassa mai la guardia. Piano piano la sfida si fa sempre più interessante con una SOS di Kofi, mentre Ziggler decide di rifilare un un Superkick su Xavier Woods presente a bordoring. Il secondo membro del New Day allora colpisce il rivale, approfittando di un momento di distrazione dell’arbitro, per aiutare Kofi, che con una Trouble in Paradise si conferma campione. Ziggler, evidentemente infuriato, al termine dell’incontro, chiede uno Steel Cage Match per affrontare il campione senza interferenze.
È giunto il momento della gigantesca Battle Royal con 50 atleti sul ring. Match che regala un gettone di presenza a tanti atleti per i quali sarebbe stato complicato stipulare un match, ma che la WWE ha deciso di mostrare ugualmente al pubblico arabo. Il match è come sempre caotico vista il grande numero di superstar presenti sul ring, ma non manca il divertimento. Al termine di una combattuta battaglia alla fine sono in 6 a giocarsela: Samoa Joe viene eliminato da Ali e Ricochet, ma anche loro ben presto finiscono fuori dal ring per mano di Cesaro. E’ Mansoor Al-Shehail, dopo l’eliminazione di Cesaro e di Elias, a poter festeggiare per la fantastica vittoria davanti al suo pubblico.
Si arriva dunque all’ultimo match della serata, il tanto atteso main event che mette di fronte due grandi leggende che hanno dominato il panorama WWE per tutto l’arco delle loro carriera: Goldberg e The Undertaker. Il primo non lotta da WrestleMania 33, il secondo è apparso a Crown Jewel lo scorso anno, proprio in Arabia Saudita. Il pubblico è diviso nel tifo di quello che è un vero e proprio ‘once in a lifetime match’, un incontro che avviene per la prima volta e che probabilmente non ricapiterà mai più. Dopo un’entrata spettacolare di entrambi i wrestler si entra subito nel vivo dell’incontro, con Goldberg che va subito all’attacco con due Spear. The Undertaker però si rialza ed evita una terza Spear preparando la Chokeslam e la Tombstone Piledriver che non mandano però al tappeto Goldberg, che si rialza incredibilmente. Goldberg connette una terza Spear e uno Jackhammer, ma non basta. ‘The Icon’ prova una manovra particolare, forse un tentativo di Tombstone, ma evidentemente stanco, perde la presa: The Undertaker ne approfitta e chiude l’incontro con una letale Chokeslam.