Roma, Zeman boom: “lì sono abituati alle fronde. De Rossi? Prendeva 4.5 anche dai suoi amici giornalisti”

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L’allenatore boemo ha parlato della sua esperienza alla Roma, soffermandosi anche sul caso De Rossi

Il caos scoppiato a Roma intorno a Daniele De Rossi non si placa, nemmeno dopo le parole dell’ormai ex capitano giallorosso che ha annunciato di voler querelare i giornalisti che della Repubblica che hanno pubblicato l’inchiesta.

Luciano Rossi/AS Roma/LaPresse

Per rimanere sul tema, il quotidiano romano ha intervistato Zdenek Zeman, che l’ambiente romanista lo conosce eccome per averlo vissuto nel 2013. Una finale di Coppa Italia e tanti veleni, prima dell’esonero: “io vittima di una ‘fronda’ nel 2013? Mah, lì sono stati abituati così. Ma se ho portato la Roma in finale di Coppa Italia, qualche risultato l’ho ottenuto, giocammo anche bene. E i 4 gol al Milan mi diedero grossa soddisfazione. Si spaventano tutti perché dicono che faccio lavorare tanto e molti non vogliono. Io so che sono stato fatto fuori perché dissi pubblicamente che volevo che la società mettesse delle regole stringenti. E lì si sono arrabbiati. Dovevo tenerlo per me. Il rapporto con De Rossi? Non so di chi fosse la colpa della mia situazione con Daniele. Sicuramente posso dire che con me non ha reso come ci si aspettava, visto che anche dai suoi amici giornalisti prendeva 4,5 in pagella. Non è vero che ha giocato poco: in campo andava spesso. Ma aveva una media bassa. Per me aveva dei problemi lui, ma può anche essere che sia anche stata colpa mia. Anziché allenarsi, alcuni passavano le giornate sui lettini a massaggiarsi e a curarsi, oggi è normale. Io non ero abituato perché pensavo che i professionisti s’allenassero, ma è un problema generale, di tutte le squadre, ero io che non ero abituato. Totti si allenava regolarmente. Non so, magari era più bravo il suo massaggiatore personale. Totti stava bene con tutti, De Rossi per me invece aveva dei problemi fuori dal campo, per quello non ha reso. Non c’entra niente il calcio, almeno secondo me. Non era sereno“.

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