Nibali deluso per gli errori commessi durante questo Giro d’Italia, ma con la serenità di sempre si proietta al Tour de France
Vincenzo Nibali è deluso per un Giro d’Italia che comunqnue concluderà sul podio per la sesta volta (11° podio della sua carriera in una grande corsa a tappe, scusate se è poco). Ha giocato sempre all’attacco, ma ha anche commesso l’errore decisivo nella tappa di Courmayeur quando Roglic gli ha fatto girare i “cabbasisi” e l’orgoglio siciliano ha prevalso sull’esperienza da professionista: così Carapaz è andato a vincere questo Giro che Roglic non avrebbe vinto comunque, e Nibali è quello che ci ha rimesso di più perchè oggi sarebbe in maglia rosa a Verona e avrebbe il 3° trofeo senza fine nella sua già gloriosa bacheca.
Al Tour de France Nibali ritroverà Froome, Quintana e Dumoulin, i grandi favoriti per la vittoria finale, ma anche tanti altri campioni del calibro di Jakob Fuglsang, Thibaut Pinot, Richie Porte, Adam Yates, Daniel Martin e l’iridato Alejandro Valverde. Per vincere la maglia a pois, però, dovrebbe vedersela con i francesi Julian Alaphilippe, Warren Barguil (gli ultimi due vincitori) e gli stessi Pinot e Bardet che ci tengono tantissimo. Una sfida ai limiti dell’impossibile per un 34enne non scalatore come lo Squalo, che paga i cambi di ritmo e l’esplosività necessari per sprintare sulle vette delle montagne più dure. E poi come si fa, al Tour, a vincere tappe e lottare per la maglia a pois senza fare classifica? Magari non nelle prime posizioni sul podio, ma certamente intorno alla top-10. Il che significa, per uno che si chiama Vincenzo Nibali, rappresentare la mina vagante di una corsa che inizierà il 6 luglio a Bruxelles (tra poco più di un mese) e che lo Squalo vuole già infiammare.