Andrew Robertons è Campione d’Europa con il Liverpool. Il terzino scozzese stava per lasciare il calcio, giovane e squattrinato in terza divisone: oggi è nella storia
Ieri notte il Liverpool ha alzato al cielo di Madrid la sesta Champions League della sua gloriosa storia. I Reds hanno superato il Tottenham in una finale tutta inglese, grazie ai gol di Salah e Origi. Fra i tanti giocatori che hanno visto coronarsi il sogno di un’intera carriera, merita di essere raccontata la storia di Andrew Robertson. Il 25enne scozzese non è di certo il giocatore più appariscente in campo: non ha la classe di Salah o i colpi di Manè e Firmino, ma sulla fascia macina km e dà ogni goccia di sudore presente nel suo corpo pur di vincere.
E pensare che 7 anni fa stava per mollare tutto. Squattrinato e relegato alla noia della terza divisione, fra le file del Queen’s Park, Robertson twittava: “la vita a questa età fa schifo senza soldi”, accompagnando alla frase l’hashtag #needajob. Lo stipendio, che non era di certo quello della Premier League, lo aveva costretto infatti a lavorare al centralino dell’Hampden Park, lo stadio che ospita le gare casalinghe della Scozia. Ai genitori aveva strappato una promessa: “datemi ancora un anno, poi smetto”.
Scartato in gioventù dal Celtic, squadra della sua città e sogno della sua infanzia, Robertson ce l’ha messa tutta per inseguire il suo sogno di diventare un calciatore professionista. Fra mille difficoltà la sua storia si è realizzata: prima la buona stagione con il Dundee United in Premiership, poi il triennale con l’Hull City e l’esordio in Premier League. Dal 2017 gioca nel Liverpool con il quale ha giocato due finali di Champions consecutive: quella persa a Kiev e quella vinta ieri notte a Madrid.
Assist, corsa e grinta: non esattamente il prototipo di fenomeno da prima pagina, ma con una storia da film, coronatasi nella magia di una finale di Champions League. La vita non fa più tanto schifo adesso, vero Andrew?