Vettura connessa per la sicurezza, il 60% degli italiani è d’accordo anche a discapito della propria privacy

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Vetture Connesse, lo studio di Confindustria ANIASA rivela: speranze, dubbi e perplessità degli italiani che rinuncerebbero volentieri alla privacy in favore della sicurezza sulle strade

Secondo uno studio di Confindustria ANIASA, il 60% degli automobilisti italiani si dice pronto a rinunciare alla privacy e a condividere i dati relativi all’utilizzo del veicolo che guida, solo e solo se i dati forniti possano realmente portare vantaggi alla propria sicurezza o a quella degli altri. I dati sono stati analizzati durante la rassegna di Confindustria ANIASA dal titolo ”L’auto connessa vista da chi guida. Il ruolo e i rischi dei dati nell’industria dell’auto” il portavoce di ANIASA, riguardo il delicato tema privacy/utilizzo dati, dice: “I servizi per cui viene accettato dai guidatori un monitoraggio esterno, sono quelli che possono aumentare la sicurezza personale e dell’auto, come la localizzazione in caso di emergenza o furto, la diagnostica da remoto e la manutenzione predittiva” ma non si tratta di una rinuncia semplice perché, continua dicendo che “persistono timori su possibili accessi ai dati, violazioni della privacy o hackeraggio del veicolo”.

l’associazione ANIASA, che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, ricorda che nei prossimi 3 anni saranno vendute circa 125 milioni di auto connesse.

L’indagine, si è basata su un campione rappresentativo di 1.200 automobilisti di età compresa tra i 18 e i 70 anni, i dati evidenziano come l’interesse sul tema connessione stia crescendo. “Il 29% – è stato chiarito – guida già un’auto connessa, con dispositivi in grado di scambiare informazioni avanzate con altri sistemi (non basta il solo Bluetooth). Il 59% dichiara di non averla ancora, ma intende dotarsene in futuro; solo il 12% sostiene di non volerla”. Per quello che riguarda i benefici per la sicurezza attesi dall’utilizzo di sistemi telematici,i 1.200 guidatori hanno risposto indicando la localizzazione in caso di emergenza e in caso di furto (14%), la navigazione evoluta (11%), la connettività con strade ‘smart’ (11%). Funzionalità e servizi che l’80% del campione sarebbe disposto a pagare, il 37% spendendo sino a 500 euro per avere queste tecnologie all’interno della propria vettura.

il Report si conclude con questa ultima dichiarazione: “In generale gli automobilisti si dimostrano molto pragmatici e sono ben disposti a condividere dati che portino benefici pratici e tangibili, come l’assistenza stradale, la manutenzione predittiva, la riduzione dei premi assicurativi, la diagnostica remota del veicolo. In tutti questi casi un 50% è ‘abbastanza disposto’ e un 20-30% è ‘molto disposto’ alla condivisione. Il discorso cambia quando si tratta dei dati afferenti la sfera personale, come quelli di telefono/rubrica o i dettagli dell’infotainment, ben 7 su 10 ritengono che la legislazione attuale non sia sufficiente a tutelare la privacy dei consumatori”.

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