Hyundai è sponsor ufficiale del Padiglione Corea alla Biennale di Venezia, il pluripremiato design rappresenta il suo paese
Sponsor principale del Padiglione Corea alla Biennale di Venezia sin dal 2015, Hyundai conferma anche quest’anno il suo supporto di lunga data alle arti contemporanee e alla cultura. Per la 58esima edizione della Biennale di Venezia, il Padiglione coreano interpreterà la modernità e la storia dell’Asia Orientale attraverso riflessioni orientate al tema del gender.
L’edizione di quest’anno – che si terrà dall’11 maggio al 24 novembre 2019 – è intitolata “May You Live in Interesting Times” e curata da Ralph Rugoff: l’esposizione renderà omaggio ai lavori di 79 artisti provenienti da tutto il mondo e saranno ben 90 le nazionalità rappresentate da artisti e commissari che prenderanno parte all’evento.
“Lo scopo della mostra è enfatizzare l’idea che il significato delle opere d’arte non risiede principalmente in meri oggetti, ma nelle conversazioni – in primis quelle che intercorrono tra artista ed opera, poi tra opere d’arte e pubblico, infine tra i vari tipi di pubblico”, sostiene Rugoff, che è anche direttore della Hayward Gallery di Londra. “La Biennale 2019 tende ad un ideale specifico: ciò che è importante, in una mostra, non è quello che viene effettivamente esibito, ma è il modo in cui il pubblico può mettere a frutto l’esperienza dopo essersi immerso nella mostra, confrontandosi con la realtà quotidiana con prospettive di vista più ampie e con nuove energie a disposizione. Una mostra dovrebbe essere in grado di aprire gli occhi delle persone e consentire loro di contemplare modi di stare al mondo mai considerati prima, di cambiare dunque la visione che le persone stesse hanno del mondo”
Padiglione Corea: “La Storia ci ha delusi, ma non importa”
Il Padiglione Corea – intitolato “History Has Failed Us, but No Matter” – è curato da Hyunjin Kim, Lead Curator per l’Asia presso la fondazione d’arte interdisciplinare contemporanea Kadist.
All’interno di esso le tre artiste Siren Eun Young Jung, Hwayeon Nam e Jane Jin Kaisen portano in scena le loro opere che sfidano le norme di una società occidentale dominata dagli uomini.