Tennis, un’accademia “american-style” a Segrate: la Milano Tennis Academy. Il maestro Ugo Pigato racconta a SportFair il “progetto americano” per i suoi allievi della MTA: non solo tennis professionistico ma anche “educazione sportiva”
Giocatore professionista prima, coach di grande prestigio nazionale poi, Ugo Pigato ha un’invidiabile esperienza nella formazione di giovani promesse del tennis nostrano. Sotto la sua guida stanno crescendo due dei migliori tennisti italiani delle categorie giovanili, che all’inizio dell’anno si sono aggiudicati applausi e consensi unanimi all’Australian Open juniores: Lisa Pigato (figlia minore del maestro) a 16 anni vanta una vera collezione di titoli vinti – Campionati Italiani Under 12, Under 13, Under 14, Lemon Bowl Under 12 – e Matteo Arnaldi nel marzo scorso si è aggiudicato il torneo Itf under 18 di Grado 1 a Casablanca. Entrambi si allenano alla Milano Tennis Academy, l’Accademia di cui Pigato è Direttore Tecnico e titolare, insieme a Pier Carlo Guglielmi, che ne gestisce gli aspetti manageriali.
Nata la scorsa estate nell’oasi verde dello Sporting Milano 2 di Segrate, l’Accademia vanta già 230 allievi (di cui 80 praticano tennis agonistico) e si candida a diventare una fucina di talenti, un punto di riferimento per i giovani tennisti e per le loro famiglie, una casa del tennis immersa nel verde di Segrate. Entro il 2021 la MTA ha in programma l’organizzazione di un future da 15.000 $ e di un torneo Under 14.
Quello che rende speciale la MTA è la sua mission: “il nostro obiettivo era quello di creare qualcosa che avesse tutti i crismi dell’Academy americana, di realizzare cioè una struttura che curasse non solo lo sviluppo delle abilità tennistiche dei ragazzi ma che si prendesse cura anche della loro crescita” – ci racconta il maestro Pigato.
Lo studio è uno dei cardini del modello valoriale proposta dalla MTA : “Bisogna aiutare i ragazzi a studiare sempre di più; in Italia uno studente fa fatica a praticare il tennis a livello agonistico perché per partecipare ai tornei è necessario essere sempre in viaggio e risulta davvero difficile frequentare la scuola. Arrivati poi a 20 anni, se si è diventati dei tennisti medi, resta la possibilità di diventare maestri ma, se non è una vocazione, questo può creare problemi. Noi vogliamo dare ai ragazzi la possibilità di costruirsi due strade, in modo che, se la carriera agonistica non decollerà, abbiano un’alternativa. Ai ragazzi consiglio sempre di tenere duro fino al diploma, anche se so bene quanto sia difficile perché è stato un problema che io stesso, da ex giocatore professionista, ho vissuto in prima persona.”
Proprio per questo l’Academy fornisce supporto, per quanto riguarda l’istruzione, grazie a convenzioni con istituti di studio anche online, garantisce ai ragazzi contatti con tutor in grado di affiancarli nel percorso di studio e mette a disposizione ampi e silenziosi locali in cui gli allievi full time possono concentrarsi sui libri.
“E’ completamente diverso negli Stati Uniti”, prosegue il maestro Pigato. “E’ possibile continuare a giocare a tennis a livello agonistico senza trascurare il percorso scolastico, grazie a borse di studio ottenute per meriti sportivi unitamente a buoni risultati scolastici. Inoltre, al termine di questo percorso universitario, è possibile trovare un lavoro perché chi sponsorizza le borse di studio, consapevole di avere investito per formare uno sportivo meritevole che è anche un brillante laureato, ha tutto l’interesse a proseguire questo rapporto in azienda.”
Giorgia, la figlia maggiore del tecnico bergamasco, sta vivendo questa bellissima esperienza alla Lynn University di Boca Raton in Florida: “attraverso mia figlia si è aperto un mondo per me: mi sono reso conto di quanto sia importante un periodo di formazione scolastica e tennistica in un college americano; per questo abbiamo stretto accordi con le principali agenzie che si occupano di favorire l’inserimento dei ragazzi nelle università degli Stati Uniti e, a Luglio, ospiteremo un torneo aperto ai giovani tennisti che si stanno per diplomare e che vorrebbero proseguire gli studi universitari in America. Saranno presenti coach di vari college, che sceglieranno i più meritevoli per questa esperienza, in base ai meriti scolastici e tennistici”.
Secondo il maestro Pigato questo è uno dei modi migliori per valorizzare i giovani talenti nostrani: “In Italia c’è talento: Musetti, Berrettini, Zeppieri e Sinner stanno ottenendo ottimi risultati. Nel femminile un po’ di vuoto c’è ma Sara Errani, Francesca Schiavone, Roberta Vinci e Flavia Pennetta ci avevano abituati davvero bene. Elisabetta Cocciaretto , ad esempio, sta facendo un bel percorso.
In Italia ci aspetta che ci siano degli exploit quando i ragazzi sono molto giovani. Invece noi siamo più lenti nel crescere, è proprio un aspetto culturale. Bisogna avere molta pazienza; quello che ci dobbiamo aspettare è che i ragazzi crescano ed esplodano intorno ai 24 anni. Costruire un atleta è un lavoro lungo e bisogna considerare che essere una giovane promessa non è facile perché si sente la pressione. Per esempio Lisasoffre di questa pressione: sa che dietro di lei c’è una struttura e ci sono delle attese. Anche Matteo incomincia a sentirla. E’ il rovescio della medaglia del fare un lavoro come questo, che ti dà molte opportunità. Lisa e Matteo hanno un’ottima testa, e questo è un loro punto di forza, perché se manca un colpo lo costruisci, mentre è molto più difficile costruire il giusto approccio mentale”.
A prescindere dal fatto che il tennis diventi o meno il loro futuro professionale, gli allievi della MTA vivranno questo sport come un’esperienza educativa, che ha al centro lo studio, la capacità di mettersi in gioco, di combattere dando il meglio di sé stessi, la correttezza e il rispetto.
“Un ragazzo ben educato è un bravo tennista” conclude il maestro Pigato. E ci fa così riflettere su quanto sia vero che non basta eccellere in campo ma bisogna anche avere un comportamento conseguente nella vita per essere un vero Campione.