Può sembrare strano ma, nonostante le vendite, le utilitarie, conosciute anche come citycar, vanno incontro ad uno dei periodi più bui della loro esistenza
Numeri alla mano, i segmenti che riportano un segno positivo nei dati di vendita sono quello dei SUV, in particolare quelli compatti e quello delle superutilitarie, le cosiddette citycar.
Queste ultime, un tempo una specialità del tutto italiana e una tipologia di vettura prevalentemente presente in Europa, iniziano a diffondersi globalmente verso gli anni ottanta e novanta fino a essere presenti in quasi tutto il mondo e nei listini di quasi tutte le maggiori case automobilistiche.
Le vetture di ridotte dimensioni racchiudono caratteristiche di praticità e manovrabilità che le hanno rese ben presto la prima scelta di chi necessita di un mezzo da utilizzare per la mobilità cittadina.
In Europa sono classificate come vetture del segmento A, mentre nel mercato nord americano sono quasi del tutto assenti, salvo eccezioni recenti come FIAT 500, Smart Fortwo e Mini.
Può sembrare strano ma, nonostante le vendite, le citycar vanno incontro ad uno dei periodi più bui della loro esistenza.
Alcuni gruppi automobilistici si trovano infatti in difficoltà a causa dei sempre più bassi profitti sulle auto di piccole dimensioni. Le stringenti normative europee in fatto di emissioni di CO2 e la necessità di dotare le vetture di dispositivi che innalzino gli standard di sicurezza unitamente agli assistenti alla guida di ultima generazione, fanno si che a bordo ci sia bisogno di sempre più tecnologia che abbinata ad un prezzo necessariamente aggressivo e concorrenziale (considerando il segmento e i competitors) porta i guadagni su ogni vettura sempre più vicini allo zero.
Tra i più importanti, i CEO del Gruppo Volkswagen e il Gruppo PSA, potrebbero presto decidere di non continuare a proporre le vetture più piccole e quindi cessare la produzione di Volkswagen up!, Peugeot 108 e Citroen C1 (uscite dalla dalla joint venture con Toyota per il segmento A), Opel, invece, ha già annunciato che Adam e Karl, non avranno eredi.
Gli aumenti dovuti alle nuove implementazioni potrebbero arrivare a far lievitare talmente tanto il prezzo di una citycar del segmento A fino a portarlo ai limiti di quello di una utilitaria di segmento B.
Sotto questo punto di vista, la costosa opera di elettrificazione della gamma ad opera dei costruttori non è d’aiuto e renderebbe la produzione e, di conseguenza, l’acquisto di una superutilitaria ancora più svantaggioso.