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Settore auto, un mondo marcio: dopo lo scandalo del dieselgate i tedeschi continuano a barare

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Bmw, Mercedes e Volkswagen sono accusati dall’Antitrust europea di aver fatto cartello a scapito dell’ambiente e dei consumatori

Il settore automotive non sembra trovare pace e continua ad essere investito da scandali che ormai stanno minando nel profondo una credibilità costruita con anni di duri sacrifici, tutto ovviamente per colpa del profitto a tutti i costi.

Dopo lo scandalo del dieselgate ovvero le emissioni truccate da Volkswagen che hanno letteralmente sconvolto il comparto automobilistico costringendo i vari Governi ad intervenire con norme e controlli più severi, arriva un’altra tegola sulla testa su un settore ormai ricco di chiari-scuri.

Le protagoniste di questa vicenda sono sempre loro, le Case automobilistiche tedesche, ovvero le prime della classe, Capaci di macinare numeri di vendita da record e di sfornare modelli e tecnologie inedite a ritmi forsennati.

Stiamo parlando di Daimler (Mercedes e Smart), Bmw (che controlla anche Mini e Rolls Royce) e il Gruppo Volkswagen che con la sua vagonata di brand si gioca il posto numero uno delle vendite mondiali con il Gruppo Toyota.

I tre principali Gruppi teutonici sono stati accusati dall’ l’Antitrust dell’Unione Europea di aver deciso di fare cartello per manipolare il mercato della libera concorrenza attraverso strategie stipulate in segreto. I tre colossi sono accusati di aver ostacolato in maniera consapevole la commercializzazione di tecnologie che permette l’abbattimento delle emissioni nocive. Parliamo nel dettaglio dei sistemi Scr con iniezioni di AdBlue e i filtri anti particolati Opf.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre Gruppi avrebbero quindi siglato accordi segreti ed illegali per rallentare la concorrenza in relazione allo sviluppo di automobili meno inquinanti. L’inchiesta è iniziata due anni fa, mentre i presunti illeciti risalgono tra il 2006 e il 2014. SE le accuse dovesse trovare un riscontro, i Tre Gruppi automobilistici rischierebbero multe miliardarie, oltre all’incredibile danno d’immagine.

Come abbiamo già affermato in precedenza, si tratta di un fatto estremamente grave se dovesse essere confermato fino all’ultimo grado d’appello. I Consumatori come al solito risultano sempre poco tutelati e molto spesso quando ricevono un danno non ricevano mai il giusto risarcimento.

I Costruttori si dimostrano invece sempre più spavaldi e avidi, non fermandosi di fronte a nulla pur di raggiungere gli obiettivi prefissati, infatti anche quando vengono scoperti e condannati (vedi dieselgate di Volkswagen), riescono comunque ad uscirne fuori in un modo o nell’altro, anche perché gestendo milioni di lavoratori hanno sempre la carta del ricatto da giocare contro i vari Governi di turno.

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