L’Italia ottiene feedback importanti dai Mondiali di Ciclismo su Pista in Polonia: cresce la consapevolezza di poter far bene alle Olimpiadi di Tokyo 2020
Cala il sipario dei Mondiali Pista in Polonia. L’ultima giornata di gare si chiude con la prestazione dell’azzurra Maria Giulia Confalonieri nella corsa a punti e con la coppia Simone Consonni e Michele Scartezzini nel Madison.
Settore Maschile – Gambe, talento e motivazione
Vale su tutto il riscatto degli uomini del CT Villa – L’oro di Filippo Ganna, tre volte iridato a soli 22 anni, lo ha incoronato re del mondo nell’inseguimento individuale. Ed ancora, il bronzo di Davide Plebani nella stessa specialità (registrando il record italiano, poi battuto, a distanza di pochi minuti, dallo stesso Ganna in 4’07″456, a soli 2 decimi dal record del mondo di 4’07″251 segnato dallo statunitense Ashton Lambie in Messico nel 2018); il podio sfiorato da Francesco Lamon nel Km con record italiano in 1’00″550, a riconferma del suo spunto veloce nonostante non sia un esperto della specialità, e quello di Simone Consonni proprio nella disciplina olimpica dell’omnium (già bronzo nell’edizione 2018) perché beffato nell’ultimo sprint; il quinto posto di Liam Bertazzo nella corsa a punti dopo una prova di grande abilità, sono tutti prove evidenti che il quartetto azzurro con un organico allargato, è competitivo. La caduta nella prima giornata di gare di Lamon che ha compromesso le qualifiche del quartetto è stata largamente archiviata. Lo aveva detto il CT Villa dopo l’iride di Ganna ed il bronzo di Plebani: “Con questi risultati: Francesco Lamon nel Km, Ganna e Plebani nell’inseguimento individuale con 4’07” e 4’11”, insieme a Simone Consonni, Liam Bertazzo e Michele Scartezzini che sono anche loro nell’organico del quartetto, abbiamo confermato che potevamo esserci e ci siamo benissimo anche nell’inseguimento a squadre. Lamon? Immenso nel Km. Bravissimo Liam Bertazzo nella corsa a punti, anche se non siamo riusciti a prepararla come volevamo a causa della caduta in Colombia che gli è costata tre denti e 18 punti di sutura”.
Si guarda a Tokyo2020 con una sempre più rinnovata fiducia e consapevolezza con il faro, l’oro olimpico 2016 Elia Viviani e la guida tecnica del CT Marco Villa che continua con competenza a lavorare in chiave olimpica.
Settore femminile: le giovani stelline azzurre
La maxi-caduta che ha coinvolto Martina Fidanza, figlia d’arte, nella fase finale dello scratch il primo giorno di gare rientra nella “giornata nera dell’Italia”. Ma il CT Salvoldi è lapidario: “Avrebbe vinto. La conosco bene”. Ed è questo lo spessore della giovane atleta, 20 anni il prossimo novembre che solo nelle ultime due prove di Coppa del Mondo ha centrato due ori nello scratch. Nel quartetto donne il CT Salvoldi ha messo in atto un ricambio generazionale. L’organico è giovanissimo e in Polonia Martina Alzini (22 anni), Elisa Balsamo (21 anni), Vittoria Guazzini (19 anni a dicembre) e Letizia Paternoster (19 anni a luglio) hanno chiuso quinte in 4’18″528 dietro a nazioni come Australia, Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Canada che fanno scuola. “La nostra squadra è giovanissima ma è quella che ha i più ampi margini di miglioramento ” – ha commentato il CT Salvoldi.
L’argento di Letizia Paternoster nella disciplina olimpica dell’omnium dice che l’azzurra è il futuro. Alle spalle, per soli 2 punti di un colosso come l’olandese Kirsten Wild, ma davanti a tutte le altre atlete di spessore: “Scorrere l’ordine di arrivo vale più di ogni parola. Abbiamo realizzato di essere tra i più forti e la consapevolezza che solo il tempo ci darà quell’esperienza tattica di cui abbiamo ancora bisogno. Grande Letizia, se lo merita tutto” – dice il CT Salvoldi.
Maria Giulia Confalonieri e Letizia Paternoster non mollano nel Madison
Già bronzo nella passata edizione, le due giovani azzurre hanno lottano fino alla fine per riconfermarsi sul podio, battute dal troppo sforzo. Ma la loro prestazione ha evidenziato ancor più le loro doti e la loro sintonia. Quinte in una gara combattuta e spettacolare. Nelle specialità veloci, l’azzurra Miriam Vece, 22 anni il 16 marzo che aveva già dimostrato il suo spessore (è campionessa europea dei 500 metri e della velocità e argento europeo nella velocità a squadre U23), si aggiudica la top ten nei 500 metri (ottava) e segna nelle qualifiche con 34.127 il nuovo record italiano. Il confronto mondiale per lei è la base per una buona crescita.
L’Italia esce quindi dalla rassegna iridata polacca con una consapevolezza maggiore del suo valore su pista nonostante le difficoltà esistenti a causa dell’assenza di un velodromo coperto in Italia dove allenarsi. La Federciclismo sta lavorando per il recupero del velodromo di Montichiari auspicandosi che la società Sport e Salute, con il contributo del progetto Sport e Periferie, possa concludere nel più breve tempo possibile e ricreare le condizioni affinché vengano tolti i vincoli di utilizzo e ripristinare le condizioni per gli allenamenti della Nazionale, anche giovanile.